Anziana uccisa in casa a Urago Mella: il mistero dei tre testamenti
Non ci sarebbero ancora indagati per l'omicidio di Diva Borin, l'anziana di 86 anni uccisa nella sua abitazione di Urago Mella, nel Bresciano, nella notte tra venerdì 1 e sabato 2 marzo. Il suo assassino, secondo quanto emerso dall'autopsia, le ha stretto le mani attorno al collo e sulla bocca per non farla gridare: poi l'ha strangolata con un foulard. Chissà se voleva far passare il decesso della donna per morte naturale: un'ipotesi che era stata presa in considerazione all'inizio ma sulla quale gli inquirenti non si erano mai sbilanciati, sospettando una morte violenta. L'apertura di un fascicolo per omicidio ha fugato ogni dubbio: Diva Borin è stata uccisa, ma restano tanti i misteri su una vicenda che ha sconvolto il piccolo paese bresciano.
Ascoltato di nuovo il badante della donna
Nel pomeriggio di ieri, secondo quanto riporta la testata locale "Bresciaoggi" l'uomo che ha trovato il cadavere dell'anziana è stato ascoltato a lungo in questura. Si tratta di un 37enne dipendente di un supermercato della zona che assisteva l'86enne, facendole saltuariamente da badante. L'uomo, che non risulta indagato, aveva visto l'anziana venerdì sera dopo il suo turno di lavoro (attorno alle 18): il giorno dopo poco prima delle 13 si è recato nell'abitazione in via Ballini, allertato da alcuni vicini di casa dell'anziana che avevano visto le tapparelle ancora abbassate. Una volta nell'abitazione avrebbe fatto la macabra scoperta.
Il mistero dei tre testamenti e della polizza vita
Gli inquirenti hanno finora ascoltato gli amici della donna, l'unico nipote diretto e appunto il badante, riascoltato ieri pomeriggio. Tra i tanti misteri di un delitto al momento inspiegabile c'è quello relativo all'eredità dell'anziana. L'86enne avrebbe infatti redatto tre diversi testamenti: uno intestato a una lontana nipote, un altro al nipote diretto e l'ultimo in ordine di tempo in cui lasciava al badante la metà della sua abitazione e una polizza vita del valore di circa 60mila euro sottoscritta a quanto pare solo pochi giorni prima del delitto. Potrebbe però non essere un mistero, ma semplicemente la volontà da parte della donna anziana di ricambiare l'affetto e le attenzioni di chi si occupava di lei.