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Anziana strangolata in casa a Urago Mella: indagato per omicidio il badante

Svolta nel mistero di Urago Mella, nel Bresciano: il 37enne che faceva saltuariamente da badante all’87enne Diva Borin, trovata morta nella sua abitazione lo scorso 2 marzo, è indagato con l’accusa di omicidio volontario. Era stato proprio il 37enne, dipendente di un supermercato, a trovare il cadavere dell’anziana. L’autopsia ha rivelato che Diva Borin è stata strangolata con un foulard.
A cura di Francesco Loiacono
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L'abitazione di Uraga Mella in cui è stata uccisa Diva Borin (LaPresse)
L'abitazione di Uraga Mella in cui è stata uccisa Diva Borin (LaPresse)

Salvatore Spina, l'uomo di 37 anni che faceva saltuariamente da badante all'87enne Diva Borin, è indagato per l'omicidio dell'anziana. La procura di Brescia ha infatti iscritto nel registro degli indagati il 37enne con l'accusa di omicidio volontario. Era stato lo stesso Spina, che lavora in un supermercato e aiutava saltuariamente l'anziana, a scoprire il cadavere dell'87enne la mattina di sabato 2 marzo. L'autopsia, eseguita nei giorni successivi, aveva poi rivelato che la donna era stata uccisa, strangolata probabilmente con un foulard. Teatro dell'omicidio l'abitazione dell'87enne a Urago Mella, nel Bresciano: un'abitazione che lo stesso Spina frequentava, dal momento che spesso portava la spesa all'anziana e l'assisteva.

La moglie del badante non risponde agli inquirenti

Nel fascicolo aperto per omicidio dalla procura di Brescia subito dopo i primi esiti dell'autopsia non figuravano finora indagati. Gli inquirenti avevano già ascoltato l'unico nipote dell'anziana e lo stesso Spina, che si era detto assolutamente tranquillo rispetto alle indagini in corso. Ieri, in procura, è stata ascoltata dagli inquirenti anche la moglie del 37enne, che era stata l'ultima persona a sentire al telefono la 87enne: la donna di fronte agli inquirenti si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

Il giallo dei tre testamenti

Nei giorni successivi all'omicidio era emersa una circostanza che potrebbe essere la chiave per la soluzione del caso. Diva Borin aveva infatti redatto tre diversi testamenti: uno intestato all'unico nipote diretto, l'altro a una lontana parente e il terzo proprio all'uomo adesso indagato per l'omicidio dell'anziana: un'accusa che dovrà chiaramente essere provata dagli inquirenti.

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