Anziana inciampa sulle radici di un albero sul marciapiede: il Comune di Milano dovrà risarcirla

Il Comune di Milano dovrà risarcire un'anziana inciampata sulle radici di un albero che sporgevano da un marciapiede cittadino, procurandosi gravi traumi nella caduta. La sentenza della decima sezione civile del tribunale di Milano, di cui ha dato notizia Giuseppe Guastella sul "Corriere della sera", rischia adesso di inguaiare seriamente Palazzo Marino. Non certo per l'entità del risarcimento – 9.705 euro per i danni fisici e altri 3.234 per le spese processuali – ma per un altro aspetto: in città, infatti, sono molti i punti in cui strade e marciapiedi sono "invasi" dalle radici degli alberi, che in molte circostanze costituiscono un pericolo soprattutto per il passaggio di pedoni e ciclisti. Se dovesse passare il messaggio che è il Comune responsabile degli incidenti causati dalle radici, le cause con richieste risarcitorie nei confronti di Palazzo Marino potrebbero aumentare a dismisura: per questo motivo si attendono adesso le eventuali contromosse del Comune dopo la sentenza di primo grado.
La vicenda su cui si è espresso il giudice Giorgio Alcioni risale al febbraio del 2012. L'anziana protagonista dell'episodio aveva allora 84 anni e, durante una passeggiata in piazza Vesuvio (zona Solari), inciampò sulle radici di un albero e cadde rovinosamente sul marciapiedi. La signora si procurò la frattura della mandibola: per rimettersi in sesto dovesse subire un'operazione e sopportare una lunga degenza post-intervento e la successiva riabilitazione. Sul luogo della caduta intervenirono i vigili urbani, che misero nero su bianco sul verbale la presenza delle radici. Nonostante ciò, quando i legali dell'anziana – Paola Belardinelli e Andrea Parisi – chiesero al Comune di risarcire la loro assistita, Palazzo Marino oppose un netto rifiuto. Le ragioni sono probabilmente quelle esplicitate sopra: risarcire la signora avrebbe significato dare la stura a una lunga serie di richieste simili. Dopo un tentativo di conciliazione tra le parti non andato a buon fine, l'episodio è finito al centro di un processo durato sei anni. Basandosi su alcune sentenze della Cassazione, che avevano stabilito che fosse sufficiente un nesso "causale" tra "la cosa in custodia" (il marciapiede) e "il danno arrecato" perché la responsabilità ricadesse sul Comune, il magistrato ha condannato Palazzo Marino. Dando ragione a una cittadina che ha dovuto lottare contro un'istituzione che, in questo caso, non ha mostrato certo il suo lato migliore.