Antinori, iniziato il processo: si presenta mostrando un tatuaggio sul petto in tribunale
Si è presentato in tribunale a Milano con un tatuaggio ben visibile sul petto scoperto, per protestare contro quello che secondo lui è un processo alla "libertà di scienza". Per il ginecologo Severino Antinori è iniziato così il processo per la presunta "rapina di ovuli" a una giovane ragazza spagnola, che l'ha portato prima ai domiciliari e poi all'obbligo di dimora, con alcuni giorni trascorsi anche in carcere. Davanti ai giudici il medico dovrà difendersi anche dall'accusa di aver preteso 28mila euro da una coppia che si era rivolta a lui per una fecondazione assistita: i due diversi filoni sono infatti stati uniti all'interno dello stesso procedimento.
Il tatuaggio mostrato dal ginecologo, come riportato dal quotidiano "La Repubblica", racchiude le informazioni sulla sua cartella clinica: una precauzione presa dal momento che "i poteri forti mi vogliono avvelenare", come da lui affermato nei corridoi del tribunale. Quasi urlando, alternando italiano, portoghese e francese, Antinori davanti ai cronisti presenti si è paragonato a Pannella, dicendo di fare come il compianto storico leader dei Radicali "una battaglia per la scienza", mentre ha definito "fantasie" tutte le accuse mosse dalla procura nei suoi confronti.
La ragazza che ha accusato Antinori è parte civile al processo
Non sono poche: Antinori è imputato per rapina, sequestro di persona, lesioni personali aggravate, estorsione, falso materiale e ideologico. Un'altra inchiesta è invece aperta per una presunta compravendita di ovuli. L'accusa più pesante è comunque quella sul presunto prelievo di ovuli dalla ragazza spagnola di 24 anni, che sarebbe avvenuto nella clinica Matris di Milano, poi posta sotto sequestro.
La sua accusatrice, più volte screditata da Antinori che è arrivato a definirla anche una "donna di malaffare", è parte civile al processo. Con il ginecologo, che davanti ai giudici negli scorsi mesi si era paragonato a Enzo Tortora dicendo di essere "vittima del più grave errore giudiziario degli ultimi 30 anni", sono imputati anche due segretarie, l'anestesista che lavorava alla clinica Matris e una quinta persona, coinvolta nell'episodio di presunta estorsione alla coppia. Tutti e quattro hanno però scelto riti alternativi.