Anis Amri aveva con sé mille euro: si indaga su bancomat o possibili finanziatori
Si segue una nuova pista investigativa per ricostruire gli spostamenti e gli eventuali contatti in Italia di Anis Amri, il terrorista tunisino ritenuto l'autore dell'attentato di Berlino ucciso nella notte tra il 22 e il 23 dicembre a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. L'attenzione degli inquirenti si starebbe concentrando adesso sul bancomat dove il tunisino o qualche persona a lui vicina avrebbero prelevato i contanti che sono stati trovati addosso al 24enne. Non si tratta, come emerso in un primo momento, di un centinaio di euro circa, ma di una somma più consistente: oltre mille euro, tutti in banconote nuove di tagli da 20 e 50 euro. Elementi che avvalorano l'ipotesi che i soldi provengano dallo sportello automatico di qualche banca. Quale?
Dai numeri seriali delle banconote si può risalire al Bancomat
Qui il lavoro degli inquirenti si fa senza dubbio più difficile. Ogni banconota, quando viene stampata dalla Zecca di Stato, viene fatta circolare in pacchetti di cui registra i numeri seriali. Da questi numeri si potrebbe risalire all'istituto di credito che ha ricevuto il pacchetto e quindi alla filiale e al bancomat da cui sono stati prelevati i contanti. Dal momento che ogni sportello automatico è sorvegliato da telecamere di sicurezza a circuito chiuso, si potrebbe risalire alla persona che ha prelevato le banconote, sempre che le immagini siano ancora disponibili in archivio e non siano state distrutte (cosa che avviene di norma dopo qualche giorno dalla data di registrazione). Le indiscrezioni trapelate dagli inquirenti non precisano un dettaglio: se l'eventuale bancomat si trovi sul suolo italiano o no, dal momento che gli euro sono naturalmente in circolazione anche negli altri Paesi attraversati dal terrorista nella sua fuga. Di certo, nello zaino di Amri non è stata trovata alcuna tessera bancomat: oltre ai contanti c'erano un coltello e una scheda sim promozionale olandese mai utilizzata.