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Anche quattro lombardi tra gli eroi della Repubblica premiati dal presidente Mattarella

Ci sono anche quattro lombardi tra i 33 cittadini insigniti delle onorificenze al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Mattarella: si tratta di tre donne e un uomo che si sono distinti per atti di eroismo, attraverso piccoli grandi gesti di coraggio contro il razzismo o per la solidarietà, l’accoglienza e la cultura.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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Sono Ilaria Galbusera, Germana Giacomelli, Carmen Isabel Fernandez Reveles e Igor Trocchia i quattro lombardi insigniti delle onorificenze al Merito della Repubblica Italiana dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un titolo, quello di Cavaliere della Repubblica italiana, destinato a quei cittadini e cittadine che si sono distinti per atti di eroismo, impegno nella solidarietà e per l'attività in favore dell'inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella tutela dei minori, nella promozione della cultura e della legalità. E tra i 33 premiati quest'anno ci sono anche loro, che nel territorio lombardo si sono distinti per diversi motivi, come la 27enne Bergamasca Ilaria, premiata "per l'impegno e la passione con cui fa dello sport uno strumento di conoscenza e inclusione delle diversità", o la 71enne Germana che nel Mantovano ha dedicato tutta la sua vita all'accoglienza e all'inclusione dei minori.

L'allenatore di calcio che ha detto no al razzismo

Mentre a Carmen Isabel Fernandez Reveles è stato riconosciuto il merito di aver dato sostegno psicologico alle vittime e ai testimoni di eventi traumatici grazie all'associazione EMDR della quale è presidente. Nome più noti alle cronache è invece quello di Igor, l'allenatore del Pontisola che durante una partita di calcio della squadra ha deciso di ritirare i proprio giocatori dal campo a causa di un episodio di razzismo: un giocatore della squadra avversaria si era infatti rifiutato di stringere la mano al centravanti del Pontisola, un ragazzino del Burkina Faso di 13 anni. Da qui la decisione: "Giochino gli altri, noi ce ne andiamo", le parole dell'allenatore prima di lasciare il campo.

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