Alloggi popolari, parte il piano del Comune “zero case vuote”: 11 milioni per 276 cantieri
Prende il via ufficialmente, con due appalti per complessivi 11 milioni di euro, il piano "zero case vuote" tramite il quale il Comune di Milano vuole recuperare i circa duemila alloggi popolari sfitti di sua proprietà. Negli scorsi giorni il presidente di Mm, Davide Corritore, aveva detto che la partecipata di Palazzo Marino era pronta "operativamente" alle operazioni di riqualificazione, stimando un costo di 16mila euro per ripristinare ogni alloggio.
Adesso è arrivata anche una delibera di giunta, approvata oggi, che delinea i criteri dei primi due bandi: riguarderanno il recupero di 276 case che si trovano all’interno del Municipio 7, tra San Siro e Baggio. I fondi (8 milioni e 589mila euro di fondi statali cui vanno aggiunti 3 milioni di risorse comunali), consentiranno il recupero di alloggi tra le vie San Romanello, San Bernardo, Palmanova, Tarabella, Mar Nero, Nikolajevka e Statuto, dove si trova uno stabile interamente destinato a persone con disabilità.
“Stiamo avviando un vero e proprio intervento di welfare territoriale, partendo da un piano straordinario di recupero del patrimonio pubblico non utilizzato e assegnandolo a canone sociale secondo le graduatorie comunali", ha spiegato l’assessore alla Casa Gabriele Rabaiotti. "Ci rivolgeremo quindi alle famiglie che si trovano in situazioni di particolare difficoltà economica, rispondendo alla forte domanda abitativa espressa dalle fasce più disagiate della popolazione. Un obiettivo cruciale per questa Giunta".
Dopo i primi due appalti, seguiranno altri interventi per 18 milioni e 900mila euro (4 appalti ciascuno da 4 milioni e 725mila euro). Sono già state individuate altre 562 case sfitte che verranno ristrutturate nei vari quartieri. Il costo medio dei lavori sarà come anticipato da Mm di 16mila euro per unità abitativa. In alcuni casi ne basteranno 10mila, in altri, quelli che presentano situazioni di degrado più pesanti, si potrebbe arrivare fino a 40mila euro. I lavori da fare riguardano adeguamenti impiantistici (elettrico e gas), il ripristino dei servizi igienici con la sostituzione di sanitari e apparecchiature, e opere atte a rendere gli alloggi fruibili, in alcuni casi anche da soggetti con disabilità.
Criteri di scelta e tempi dei lavori
Nell’individuare le unità sfitte su cui intervenire si è pensato innanzitutto di rendere i cantieri più efficienti ed efficaci, prendendo in considerazione interi stabili e ristrutturando tutte le unità sfitte all’interno. La priorità è stata data alle case più grandi (dai 60 metri quadrati in su) che sono quelle maggiormente richieste in graduatoria. Altro criterio seguito è l'omogeneità degli interventi sul territorio comunale: nell’area della sede A (che corrisponde ai Municipi 2,3,9) verrà eseguito il 20 per cento dei lavori, nella sede B (Municipio 8) il 20 per cento, nella sede C (Municipi 1, 4, 5) il 25 per cento e nella sede D (Municipi 6 e 7) il 35 per cento.
I bandi di gara e le aggiudicazioni avverranno ad inizio 2017: subito dopo partiranno i cantieri, che avranno la durata di circa un anno. Entro il 2018, quindi, i nuclei familiari che ne avranno diritto potranno vedersi assegnati finalmente una casa.
Il piano "zero case vuote" fa parte del più ampio intervento denominato "Piano periferie", considerato cruciale dal sindaco di Milano Beppe Sala. C'è un'altra sfida legata all'emergenza abitativa, ed è quella di ridare fiato all’affitto anche per la fascia intermedia: "Per questa seconda sfida – ha affermato l'assessore Rabaiotti – chiederemo ai proprietari di case sfitte di riportarle sul mercato della locazione, con incentivi ed agevolazioni che consentano di rendere i canoni più accessibili per i redditi medio-bassi senza però mortificare le aspettative del proprietario. Questo il compito che abbiamo affidato all’Agenzia sociale Milano Abitare voluta dalla precedente Giunta che nei prossimi anni ci auguriamo di potenziare. Perché senza affitto la città rischia di rallentare, invecchiare e perdere in dinamismo".