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Covid 19

Allarme per le vaccinazioni sospese a causa del coronavirus: caos tra Regione Lombardia e Ats

Apparentemente risparmiati dal Coronavirus, i bambini ne stanno in realtà pagando già le spese. Accade in Lombardia, a Lodi, dove, nonostante la saturazione degli ospedali sia rientrata dopo l’ondata epidemica della prima fase, le vaccinazioni sono sospese, incluse quelle obbligatorie, le più importanti, come l’esavalente: non più “tassative” ma “prorogabili”. Ma dato che l’Ats e la Regione Lombardia si rimbalzano le responsabilità, se un bambino dovesse ammalarsi, di chi è la responsabilità? La testimonianza raccolta da Fanpage.it.
A cura di Stela Xhunga
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(Immagine di repertorio)
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Apparentemente risparmiati dal Coronavirus, i bambini ne stanno in realtà facendo già le spese. Accade in Lombardia, a Lodi, dove, nonostante la saturazione degli ospedali sia rientrata dopo l'ondata epidemica della prima fase, i servizi sanitari sono ancora paralizzati, e le vaccinazioni, incluse quelle obbligatorie, sospese. Da più di un mese molti bambini aspettano di fare la terza dose di esavalente, il vaccino più importante, quello che li protegge da difterite, tetano, pertosse acellulare, poliomielite, epatite B ed haemophilus influenzae di tipo B. “Non abbiamo l’ok della Regione, dovete aspettare”, dicono dall’Ats le stesse persone che l’anno scorso, dopo avere somministrato la prima dose di esavalente e spiegato il percorso, dicevano “non dovete aspettare, la terza dose va fatta tassativamente entro i 12 mesi del bambino”. Non tutti i bambini però possono aspettare, anzi, nessun bambino deve aspettare.

“Sveva è nata 12 mesi fa con un problema respiratorio che l’ha obbligata a stare in patologia neonatale a 20 giorni. Ma se anche fosse nata senza complicazioni, avrebbero dovuto darle il vaccino. Se tu rendi un vaccino obbligatorio, mi fido, significa che lo è. Poi però lo devi garantire”. A parlare è Rebecca Odelli, una delle madri che hanno contattato Fanpage.it. Non tutte le madri però sono combattive e esperte come lei. “Io sono riuscita a spuntarla perché ho alzato la voce coinvolgendo la Regione, e conservo il calendario vaccinale del mio primo figlio, che uso per orientarmi con Sveva, ma il figlio di una madre alla sua prima gravidanza, che non ha appoggi e non sa a chi rivolgersi, che fa? Rimane senza vaccino? Non è giusto, tutti bambini hanno gli stessi diritti”.

Da vaccino “tassativo” a “prorogabile”: il gioco al rimpallo tra Regione e Ats

“Mi telefonano dall’Ats l’8 marzo dicendomi che il vaccino del meningococco B era rimandato a data da destinarsi e che mi avrebbero ricontattata a breve. Passano settimane, ma nulla. Così un giorno controllo il calendario vaccinale di Sveva usando il libretto del mio primo figlio e mi accorgo che oltre al meningococco a mia figlia non è stata somministrata la terza dose di esavalente, al che mi metto in moto”.

Inizialmente l’Ats le comunica che di lì a pochi giorni la terza dose di esavalente sarebbe arrivata, e però l’efficacia – avendo la bambina già compiuto 1 anno – non sarebbe stata totale, ma parziale, di circa l’80 per cento. Poi, più nulla. Dopo varie insistenze, il dietrofront dell’Ats: niente vaccino, “disposizioni della Regione Lombardia”. Così Elena scrive alla Regione, che dopo qualche giorno le risponde:

“A partire da mercoledì 11 marzo verranno riattivate alcune attività di vaccinazioni, precedentemente sospese, in particolare le sedute per la somministrazione di:

– ciclo di base esavalente e pneumococco e rotavirus (compatibilmente con la possibilità di somministrazione contemporanea delle altre vaccinazioni)

– prima MPRV (morbillo-parotite-rosolia-varicella) e Meningococco C

– seconda dose MPRV e dTP polio (difterite, tetano, pertosse, poliomielite)

Dal 14 di aprile verrà garantito il ripristino dell’offerta vaccinale (ove non ancora attivato) in coerenza con il calendario vaccinale vigente dando priorità al recupero delle vaccinazioni non effettuate (in particolare le vaccinazioni antimeningococciche dell’infanzia e dell’adolescenza)”.

Dunque, stando alla Regione, se fino all’11 marzo erano assicurate solo le prime e seconde dosi di vaccini, dal 14 aprile, in teoria, tutti i vaccini sarebbero stati garantiti, incluse le terze dosi.

Elena allora decide di recarsi di persona all’Ats, e la versione cambia di nuovo. “La terza dose va fatta entro i 12 mesi dalla seconda dose, non dalla nascita del bambino, c’è tempo”, le dicono, e però, alla richiesta di scriverlo nero su bianco, si rifiutano. “Con una loro dichiarazione scritta avrei sporto denuncia”, dice Elena, che solo minacciando e mostrando la fotocopia della mail della Regione riesce a strappare un appuntamento. Quando? L’8 luglio.

Passi (si fa per dire) l’arbitrarietà con cui la terza dose di esavalente, da tassativa entro i 12 mesi dalla nascita, diventa prorogabile dai 12 mesi della seconda dose a causa di un virus che ha mandato all’aria un sistema sanitario ritenuto impeccabile, preoccupa piuttosto il gioco al rimpallo tra Ats e Regione. Se un bambino dovesse ammalarsi, di chi è la responsabilità?

Calo delle vaccinazioni e dei controlli dei bambini. Troppi e pericolosi ritardi

Un’intera generazione, quella dei bambini dai 0 ai 6 anni, da tutelare almeno sul piano sanitario, perché già sta scontando la sospensione delle scuole, con tutti i rischi annessi, uno su tutti l’aumento di abusi e stress in famiglia dovuti al lockdown, perché, è bene ricordarlo, in molti casi e molte zone d’Italia, la scuola è una vera e propria salvezza. Una tutela che però non sta avvenendo, a giudicare dal coro di voci raccolte da Fanpage.it anche fuori dal territorio Lodigiano. Eleonora, una madre che vuole restare anonima, attende da oltre un mese la quarta dose di Meningococco C per il figlio, e dalle Regioni dove il contagio ha portato a una maggiore ospedalizzazione, Lombardia in testa, ci segnalano gravi ritardi o addirittura di interruzioni di screening di prevenzione, attività a supporto dei bambini autistici, attività di controllo dei bambini diabetici, e di altri esami di medicina ordinaria. “Da pediatra, la prima cosa che mi ha preoccupata è stato il calo delle vaccinazioni nei bambini. Troppi e pericolosi ritardi”, ci dice Silvana Gangi.

“Il coronavirus ucciderà i bambini”: Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale dell’Oms, durante la conferenza di lunedì 27 aprile ha detto proprio così. Non direttamente con l’infezione da virus, ma indirettamente, a causa della sospensione o del ritardo delle vaccinazioni contro malattie subdole come ad esempio la poliomielite. A oggi sono almeno 21 i Paesi in cui cominciano a scarseggiare i vaccini per via delle restrizioni sul traffico internazionale. Tra questi, neanche a dirlo, i più poveri della Terra. A riprova che sarà dura, sarà durissima, ma sarà soprattutto iniqua.

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