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Allarme focolai nei salumifici del Mantovano: “Colpa di umidità e freddo delle celle frigorifere”

Cinque aziende-focolaio, 68 lavoratori positivi e la paura che il contagio possa allargarsi di nuovo a macchia d’olio. In Lombardia l’emergenza coronavirus si sposta nei macelli e nei salumifici della provincia di Mantova. Le cause potrebbero essere legate a umidità e freddo delle celle frigorifere, un microclima che favorisce la diffusione del virus.
A cura di Simone Gorla
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Cinque aziende-focolaio, 68 lavoratori positivi e la paura che il contagio possa allargarsi di nuovo a macchia d'olio. In Lombardia l'emergenza coronavirus si sposta in provincia di Mantova e l'attenzione è tutta per i macelli e salumifici dove il contagio è ripartito negli ultimi giorni. Le cause potrebbero essere legate a umidità e freddo delle celle frigorifere, un microclima che favorisce la diffusione del virus.

Mantova, il virus riparte da macelli e salumifici

Lo sostiene l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene all'università di Pisa, a capo della task force della Regione Puglia, che ha studiato il fenomeno, riscontrato in tutto il mondo. Nel più grande mattatoio d'Europa, a Guetersloh in Germania, sono centinaia di casi. Lo stesso avviene in Irlanda, Francia, Regno Unito, Olanda, Spagna, Canada e Stati Uniti.

Celle frigorifere e vapore: perché gli stabilimenti sono i nuovi focolai covid

Lopalco ha studiato una struttura a Palo del Colle in provincia di Bari, dove 71 impiegati sono risultati positivi al virus. Ma le conclusioni valgono anche per gli stabilimenti del Mantovano. Questi ambienti di lavoro sarebbero particolarmente a rischio sia per l'utilizzo di celle frigorifere, con il freddo che produce un abbassamento delle difese, sia perché vengono utilizzati getti di acqua a pressione e i lavoratori stanno in mezzo ad una nuvola di acqua calda e vapore. Non ci sarebbero invece rischi legati al consumo della carne prodotta nelle strutture coinvolte.

Le aziende segnalate da Ats Valpadana

Le aziende segnalate da Ats Valpadana come focolai di covid-19 sono cinque. La situazione più grave è quella del macello Ghinzelli di Viadana, dove i casi sono 41. Gli altri sono il salumificio Gardani (11 casi di positività tra i dipendenti), il salumificio Rosa (6 casi) e il salumificio Fratelli Montagnini (5), tutti a Viadana. A questi si aggiunge il macello Martelli di Dosolo (5 casi). Sono un migliaio i tamponi eseguiti su personale delle aziende, contatti e parenti.

Domenica 5 luglio in Lombardia sono stati registrati 98 nuovi positivi (di cui 43 a seguito di test sierologico e 20 debolmente positivi). Sei persone sono decedute. "I protocolli anti-covid messi in atto dall’Ats Valpadana in collaborazione con medici di base, medici del lavoro e aziende, hanno permesso di soffocare 6 focolai prima ancora che si propagassero: 1500 tamponi eseguiti, 70 persone positive di cui 58 residenti sul territorio lombardo, 54 in Provincia di Mantova e 4 in Provincia di Cremona", ha sottolineato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera.

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