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Alex Boettcher lascia tutti gli averi all’ex moglie: “Per non risarcire le vittime”

Alexander Boettcher, imputato a Milano per le aggressioni con acido avvenute nel 2014, ha trasferito le quote di due sue società all’ex moglie croata. Questo atto è finito adesso nel mirino dei legali di parte civile, che vi vedono un tentativo di non risarcire le vittime e hanno chiesto ai giudici di annullare il trasferimento delle quote.
A cura di Francesco Loiacono
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Un accordo dopo la separazione dalla ex moglie, oppure un'operazione con un "chiaro intento fraudolento"? Questo è quanto si chiedono i legali di alcune delle vittime delle aggressioni con acido avvenute a Milano nel 2014 a proposito di un'operazione effettuata da Alexander Boettcher. Il broker è stato condannato a 14 anni (assieme alla sua ex compagna Martina Levato) per uno di quegli agguati (ai danni di Pietro Barbini), mentre è ancora a processo per le aggressioni a Stefano Savi e Giuliano Carparelli, per le quali Martina e il "complice" Andrea Magnani sono stati condannati a 16 e 9 anni di reclusione.

Col trasferimento delle quote Alex è diventato quasi un nullatenente

Adesso il Corriere della sera accende i riflettori su una strana operazione fatta il 15 giugno 2015, davanti a un notaio, da parte della madre di Boettcher, Patrizia Ravasi. La donna, in nome e per conto del figlio, dispose il trasferimento delle due quote societarie di proprietà di Alex a Gorana Bulog, la ragazza croata da cui Boettcher si era appena separato dopo 8 anni di matrimonio. Alcune circostanze di questo atto sembrano però quanto meno sospette: pochi giorni prima (l'11 giugno) Alexander era stato infatti condannato. Oltre ai 14 anni di carcere, i giudici avevano disposto anche una provvisionale a Barbini per 1,1 milioni di euro. Con quella firma, però, Alex si è trovato di fatto a non avere quasi nulla in tasca: non solo per il valore nominale delle quote, 48mila euro, ma perché le due società immobiliari cedute in parte (Cavriana e Montegrappa) conterrebbero parte del patrimonio immobiliare di famiglia.

I legali di parte civile chiedono l'annullamento dell'atto

Per questo, parlando di transazione fraudolenta, i legali di parte civile Paolo Tosoni, Benedetta Maggioni e Andrea Orabona chiederanno ai giudici di rendere nulla quella transazione, che metterebbe a rischio il risarcimento alle vittime della "banda dell'acido". Il tribunale, per tutelare le vittime di questa incredibile vicenda che da anni riempie le cronache dei giornali, ha comunque già sequestrato a scopo conservativo alcuni beni attribuibili a Boettcher: due case in viale Bligny e l'usufrutto di un loft in via Alessi, per un totale di 2,4 milioni di euro. Nel chiedere la revoca della transazione gli avvocati di parte civile hanno inoltre  sottolineato come la cifra ceduta da Boettcher sia spropositata per il mantenimento dell'ex moglie, che lavora e inoltre abita in un palazzo di viale Campania di proprietà della mamma di Alex. Proprio intorno alla donna sarebbe stato sollevato qualche altro dubbio: nonostante sia stata lei a sottoscrivere l'atto del notaio, nel corso del processo Ravasi disse di ignorare l'avvenuto trasferimento delle quote societarie da parte del figlio.

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