Alessandro, ragazzo morto a Natale nella ex cartiera: “Con gli amici fabbricavano molotov”

Emerge un nuovo dettaglio sulla morte di Alessandro Giani, il ragazzo di 18 anni morto il giorno di Natale dopo essere precipitato qualche giorno prima in un'ex cartiera del Varesotto. Secondo il pubblico ministero di Busto Arsizio Luca Pisciotta, titolare dell'indagine aperta per far luce sulle cause del decesso, Alessandro e i suoi amici si trovavano all'interno della struttura abbandonata lungo il fiume Olona non solo per curiosità, ma per un gioco molto imprudente: far esplodere delle bottiglie molotov fabbricate artigianalmente dagli stessi ragazzi.
Alessandro e i suoi amici stavano facendo un "gioco" pericoloso
Per questo, i due amici che si trovavano con Alessandro il giorno della caduta, il 22 dicembre, sarebbero indagati, oltre che per omicidio colposo, anche per fabbricazione di ordigni esplosivi. A riportare la notizia è il Corriere della sera, che precisa anche come il "gioco" relativo alle molotov potrebbe anche non avere nulla a che fare con la morte di Alessandro. L'ipotesi sul decesso è infatti sempre quella che si sia trattato di un incidente dovuto alla disattenzione: resta valida la ricostruzione che vuole che il ragazzo abbia commesso un passo falso, cadendo in un'apertura sul pavimento del tetto del magazzino sul quale i tre amici stavano camminando.
Indagati anche i proprietari della ex cartiera
A chiarire i contorni dell'episodio sarà l'autopsia, eseguita lunedì: proprio in vista di questo e altri esami la procura di Busto Arsizio ha emesso i cinque avvisi di garanzia, che oltre ai due amici riguardano tre amministratori della società pubblica Prealpi Servizi, proprietaria dell’area. A questi ultimi è contestato il fatto di non aver messo in sicurezza l'ex cartiera e di non averla fatta adeguatamente sorvegliare, anche se secondo i manager questa operazione è resa quasi impossibile dalla vastità dell'area, 550mila metri quadri che si estendono sui territori di tre diversi Comuni – Cairate, Locate Ceppino e Fagnano Olona – occupati in alcuni casi da boschi. I manager cercheranno di chiarire tutto nel corso degli interrogatori, che non sono ancora stati fissati.