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Aggressioni con acido, Martina accusa Alex: “Fu lui a dirmi come punire Maragarito”

Per la prima volta Martina Levato cambia la sua versione dei fatti e accusa Alexander Boettcher. Svolta nella storia processuale dei due ragazzi responsabili di diverse aggressioni con l’acido a Milano.
A cura di Enrico Tata
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Per la prima volta Martina Levato cambia la sua versione dei fatti e accusa Alexander Boettcher. Svolta nella storia processuale dei due ragazzi responsabili di diverse aggressioni con l'acido a Milano. Ieri Levato ha parlato con il suo avvocato, Alessandra Guarini, e ha scritto almeno cinque pagine di memorie e ricordi, appunti di quella che dovrebbe essere la nuova versione che vorrebbe raccontare ai giudici "per essere liberata". Un racconto che comunque non sarà ascoltato, per ora, dai giudici dell'undicesima sezione penale del tribunale di Milano, che al momento non avrebbero intenzione di riaprire il dibattimento.

Il punto più importante degli appunti di Levato riguarderebbe Antonio Margarito: "Alex mi ordinò di fargli del male", avrebbe scritto Levato. Il tentativo di evirazione subito dal ragazzo è imputato a Martina, mentre Alex risponde solo dell’associazione per delinquere finalizzata anche a quel delitto. Secondo la nuova versione di Levato, che in precedenza aveva sempre difeso Boettcher, Margarito avrebbe dovuto essere evirato (secondo Alex) perché aveva avuto con lei "un rapporto sessuale completo" durante una vacanza in Salento. Alex, racconta ancora Martina, definì in tutti i particolari le modalità dell'aggressione avvenuta la sera del 19 maggio 2014, quando Martina tentò di evirare Antonio Margarito. Prima di ieri, Martina aveva sempre affermato di aver agito per difendersi da un tentativo di violenza sessuale. Per questo è stata condannata sia per l'aggressione al ragazzo che per calunnia. Ieri invece, per la prima volta, ha cambiato versione e accusato Alexander Boettcher. Il suo racconto non cambierà la storia del suo processo ma, forse queste le intenzioni della ragazza, potrebbe convincere i giudici a farle rivedere suo figlio.

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