Aggressioni con acido, lo sfogo dei familiari di Stefano Savi: “Sfigurato e dimenticato”
Non solo Pietro Barbini. Nella vicenda della coppia dell'acido, formata da Martina Levato e Alexander Boettcher, ci sono altre persone che hanno subito o potevano subire lo stesso trattamento a base di acido che ha cambiato per sempre le rispettive esistenze. Uno di questi è Stefano Savi, studente milanese che fu aggredito lo scorso 2 novembre, più di un mese prima rispetto all'agguato di via Carcano, in via Quarto Cagnino.
Un'aggressione per la quale, è bene specificarlo subito, il processo è ancora in corso: la prima udienza per Alexander Boettcher, unico a non scegliere il rito abbreviato, si è tenuta lo scorso 6 luglio, mentre saranno in aula il 18 settembre Martina Levato e il terzo complice, Andrea Magnani. Su tutti e tre pesa un'accusa pesante: associazione a delinquere.
Aggressioni con acido, lo sfogo dei familiari di Stefano Savi
Adesso i familiari di Savi hanno deciso di parlare, raccontando sul settimanale Oggi in edicola mercoledì il dramma vissuto dal ragazzo. "Un calvario", spiegano i conoscenti e l'avvocato del ragazzo, Andrea Orabona. Stefano ha perso la vista da un occhio, ha già subìto 30 operazioni e vive con una mascherina per far sì che la ricostruzione della cute proceda più rapidamente. Ma a far arrabbiare ancora di più i presenti c'è il clamore mediatico che la nascita di Achille, il figlio della "coppia diabolica", ha suscitato, mettendo in primo piano le esigenze di madre di Martina Levato e sullo sfondo le sofferenze provocate dalla bocconiana e dal broker alle loro vittime, accertate – per l'aggressione a Pietro Barbini i due sono stati condannati in primo grado a 14 anni – o presunte.
Anche l'atteggiamento dei familiari dei due imputati è oggetto di feroci critiche da parte della famiglia Savi: il legale rivela come a farsi sentire sia stata solo la mamma di Alexander Boettcher, che si è detta convinta – e naturalmente ne ha tutto il diritto – dell'innocenza del figlio nell'episodio dell'aggressione di via Quarto Cagnino.
In attesa delle prossime udienze del processo – Boettcher sarà in aula il 16 settembre – l'avvocato della famiglia Savi afferma che il presunto complice di Boettcher e Levato, Andrea Magnani, ha collaborato con gli inquirenti, "confermando tutti gli indizi e fornendo importanti riscontri all’attività investigativa". Intanto, nel corso della prima udienza di luglio sono stati sequestrati a Boettcher beni per 3 milioni di euro: rappresentano la somma del risarcimento chiesta dai familiari di Stefano.