Aggressioni con acido, minacce al pm Musso alla vigilia dell’appello: “Acido anche per te”
Inizia oggi, giovedì 7 aprile, il processo d'appello per l'agguato con acido ai danni di Pietro Barbini, lo studente milanese sfigurato il 28 dicembre 2014 dalla banda dell'acido formata da Alexander Boettcher, Martina Levato e Andrea Magnani. I tre sono tutti stati condannati in primo grado: Alex e Martina a 14 anni e Magnani a 9 anni. Sulle spalle di Alex e Martina ci sono inoltre altre due condanne a 23 e 16 anni per ulteriori aggressioni.
Martina si è liberata dalla prigionia psicologica di Alex
Proprio Martina è intervenuta oggi in aula, al tribunale di Milano, per raccontare il ruolo dell'ex amante Alex nell'aggressione a Barbini. Martina ha da poco cambiato la sua linea: dopo aver sempre coperto l'ex amante e padre di suo figlio, da qualche mese ha iniziato a rinfacciare al broker le sue responsabilità per tutte le aggressioni (eccetto quella a Stefano Savi). Un cambio dovuto al fatto che, come spiegato dall'avvocato della ex studentessa, Alessandra Guarini, Martina "si è liberata dalla prigionia psicologica e dalla violenza di Alex". Prima dell'ultima sentenza di condanna nei confronti di Boettcher la ragazza aveva anche provato a produrre un memoriale in cui tratteggiava le responsabilità di Alex negli agguati con l'acido, ma i giudici non lo hanno preso in esame.
Adesso, però, la ragazza è pronta a sottoporsi anche a nuovi interrogatori. L'avvocato di Barbini, Paolo Tosoni, si è detto pronto ad ascoltare ciò che Martina avrà da dire nel corso del processo d'appello, anche se si aspetta che le due condanne a 14 anni vengano confermate. Per quanto riguarda la vittima, Pietro Barbini, spesso passata in secondo piano nel corso di un processo interamente occupato dai carnefici, il legale ha confermato che l'occhio destro del ragazzo è purtroppo compromesso: gli rimane un decimo di vista.
Minacciato il pm Musso: "Acido anche per te"
Intanto, a tenere banco nella prima giornata del processo d'appello ad Alex e Martina sono le minacce ricevute dal pubblico ministero Marcello Musso, che ha rappresentato la pubblica accusa in tutti i processi di primo grado ma non figurerà come pm in appello, anche se si è presentato lo stesso in tribunale. Musso domenica scorsa ha trovato una lettera anonima nel proprio condominio. Il volantino, scritto in italiano stentato, contiene riferimenti sia al processo per le aggressioni con acido sia a un procedimento seguito dal magistrato contro trafficanti di droga legati alla ‘ndrangheta. Alla fine del messaggio una chiara minaccia: "C'è acido anche per te". Per queste minacce il pm ha chiesto di poter ottenere una scorta, nella forma minima della cosiddetta "tutela singola". La richiesta però non è stata accolta e Musso ha anticipato che si rivolgerà al prefetto per ottenerla. Il magistrato non ha comunque intenzione di "cedere di un millimetro": "Chi mi minaccia troverà pane per i suoi denti".