Acqua benedetta, lumino e libro di preghiere: a Castellanza la benedizione natalizia “fai da te”

A Castellanza, in provincia di Varese, la benedizione natalizia quest'anno sarà in versione "fai da te". Come riporta il quotidiano "La Prealpina", infatti, i parrocchiani della Comunità pastorale dei Santi Giulio e Bernardo stanno ricevendo infatti in questi giorni un kit contenente tutto il necessario per benedire da soli la propria casa: una piccola ampolla contenente acqua benedetta, un lumino, un libretto con le preghiere e gli auguri dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini e una busta per inserire i soldi della tradizionale offerta natalizia alla parrocchia. L'iniziativa è stata comunicata dal parroco don Walter Magni con una lettera sul settimanale parrocchiale, distribuito nelle due chiese cittadine: "I genitori avranno così l'opportunità di presiedere la benedizione nella propria casa nel momento più adatto, preferibilmente nei giorni della Novena (cioè dal 17 al 24 dicembre), magari davanti al presepe". Oltre a responsabilizzare i parrocchiani a presiedere da soli al momento di preghiera, l'iniziativa del parroco è dovuta anche al fatto che sempre meno famiglie decidono di ricevere i preti a casa per la tradizione benedizione domestica: "Solo 4 famiglie su 10 aprono la porta per una preghiera – ha detto don Magni al "Corriere della sera". Ne risulta un incontro spesso affrettato e con poche persone, in genere anziani".
Non mancano le polemiche
Da qui la decisione dei quattro sacerdoti di Castellanza di non girare di casa in casa. Una scelta che ha provocato qualche malumore soprattutto da parte di quelle persone che vivono da sole, sia giovani sia anziani: "Già c'è chi si confessa direttamente al Buon Dio senza andare dai preti; chi convive e rende inutile sposarsi, ora ci si deve adattare anche per una ‘benedizione fai da te' – scrive su Facebook GIanluigi Marcora, direttore della testata "Informazione online" – Allora hanno ragione i nostri vecchi a chiedersi: ‘ma quando lavorano i preti? Altro che ora et labora". Ma don Magni replica alle critiche: "Non capisco chi vuole fare polemica, la nostra scelta ha motivazioni profonde".