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A Milano finalmente una targa in memoria di Enzo Tortora

Il Consiglio Comunale di Milano ha approvato l’affissione di una targa in memoria di Enzo Tortora, indimenticato giornalista e conduttore televisivo. La targa sarà apposta sulla facciata dell’edificio sito al civico numero 8 di via dei Piatti, in cui Tortorà abito e in cui scontò anche gli arresti domiciliari durante la vicenda giudiziaria che lo travolse, prima della completa assoluzione.
A cura di Valerio Papadia
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Finalmente, dopo circa un anno dalla proposta, Milano dedicherà una targa alla memoria di Enzo Tortora: il Consiglio Comunale meneghino, oggi, ha infatti approvato la mozione presentata in tal senso da Alessandro De Chirico di Forza Italia. La targa in memoria dell'indimenticato giornalista e conduttore televisivo verrà affissa sulla facciata dell'edificio sito al civico numero 8 di via dei Piatti, dove Tortora visse e dove scontò gli arresti domiciliari durante la vicenda giudiziaria che lo travolse, prima della completa assoluzione.

Le vicende giudiziarie che travolsero Enzo Tortora

Nato a Genova nel 1928, Enzo Tortora si laureò nel capoluogo genovese negli anni Cinquanta. Tra i conduttori più amati della televisione italiana, Tortora acquisì grande notorietà negli anni Settanta e Ottanta grazie alla conduzione di programmi come La Domenica Sportiva e soprattutto Portobello, da lui anche ideato. Enzo Tortora è famoso anche per un caso di malagiustizia che lo vide sfortunato protagonista e che balzò alla cronaca proprio come "il caso Tortora": il 17 giugno del 1983, il giornalista fu arrestato, accusato di associazione camorristica e traffico di droga dopo le rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Incarcerato, fu liberato nel 1984 e posto agli arresti domiciliari proprio nella casa di via dei Piatti a Milano: nel 1985 fu condannato a 10 anni di reclusione. Nel 1986, però, arrivò l'assoluzione della Corte d'Appello e, un anno dopo, nel 1987, anche quella della Corte di Cassazione. Tortora morì a Milano nel 1988, a quasi 60 anni. Nel 1984, mentre era ai domiciliari, si candidò e venne eletto al Parlamento Europeo con i Radicali.

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