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A Milano durante l’Expo non si può più scioperare: venerdì 24 luglio trasporti regolari

Venerdì 24 luglio a Milano i mezzi pubblici circoleranno regolarmente. Il prefetto Francesco Paolo Tronca ha infatti precettato i dipendenti Atm aderenti al sindacato Sin Cobas, che avevano indetto uno sciopero. Si tratta della terza precettazione di fila dall’inizio dell’Expo.
A cura di Francesco Loiacono
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Terza precettazione su tre scioperi annunciati. A Milano durante il periodo dell'Expo sembra non esserci spazio per le agitazioni sindacali nel campo del trasporto pubblico, con i relativi disagi che ne potrebbero seguire. E così anche per lo sciopero in programma venerdì 24 luglio è arrivata la decisione del prefetto del capoluogo lombardo, Francesco Paolo Tronca: lavoratori precettati e mezzi pubblici che quindi, a meno di iniziative spontanee – e che sarebbero passibili di pesanti sanzioni – circoleranno in maniera regolare.

Venerdì 24 luglio trasporti regolari: il prefetto precetta dipendenti Atm

L'agitazione di venerdì 24 luglio, prevista dalle 18 alle 22, era stata proclamata dal sindacato Sin Cobas: una piccola sigla, che come altre della galassia sindacale si oppone all'accordo sottoscritto dai sindacati confederali e Atm sui turni lavorativi previsti durante i sei mesi di Expo. In precedenza, era toccato all'Unione sindacale di base (lo scorso 15 maggio) e alla Confederazione unitaria di base (l'11 giugno) proclamare due scioperi, poi puntualmente annullati dalla decisione del prefetto. Il motivo delle due agitazioni era sempre lo stesso: protestare contro l'accordo già siglato. Adesso il meccanismo che si è innestato, col prefetto deciso a scongiurare ogni possibile disagio per i cittadini durante l'Expo, rischia di minare il diritto di sciopero. D'altra parte, però, c'è chi nei sindacati confederali stigmatizza la strategia delle sigle più piccole di indire manifestazioni contro un accordo approvato dalla maggioranza delle Rappresentanze sindacali unitarie: sembra solo un "gioco al rialzo" sulla pelle dei cittadini, che alla fine sono i soli a pagarne le spese.

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