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A Calolziocorte zone rosse vietate ai migranti: centri d’accoglienza lontani da scuole e stazione

A Calolziocorte, comune in provincia di Lecco, il sindaco leghista e la maggioranza di centrodestra hanno approvato un nuovo regolamento che istituisce delle zone rosse nelle quali sarà vietato ospitare migranti. Le strutture di accoglienza dovranno sorgere ad almeno 150 metri da scuole e dalla stazione, come avviene per le sale slot. Insorge l’opposizione, che preannuncia ricorsi al Tar.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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Centri di accoglienza per migranti equiparati alle sale slot. Succede a Calolziocorte, comune in provincia di Lecco amministrato dal centrodestra e il cui sindaco è il leghista Marco Ghezzi. L'amministrazione comunale, come riporta il "Corriere della sera", ha approvato un nuovo regolamento che istituisce delle zone rosse nelle quali sarà vietato aprire nuovi centri di accoglienza. Sono nove in totale, cioè quelle vicine alle scuole e alla stazione del paese: la distanza minima da queste strutture ai nuovi centri di accoglienza dovrà essere di 150 metri. Alle zone rosse si aggiungono poi cinque zone blu, vicino agli oratori e alla biblioteca, in cui per ospitare richiedenti asilo si dovrà ottenere un permesso speciale dal Comune.

L'opposizione preannuncia ricorso al Tar

Il provvedimento è stato votato dalla maggioranza col voto contrario dell'opposizione che ha già preannunciato ricorsi al Tar e di rivolgersi alla prefettura. Viene contestato il carattere discriminante di una norma che equipara un rischio reale, come quello rappresentato dalle sale slot per quanto riguarda la ludopatia, con un pericolo solo ipotetico e che tra l'altro non può essere esteso a tutti i migranti, con una generalizzazione sbagliata e ingiusta. Il sindaco del Carroccio ha però difeso il provvedimento, sostenendo che non sia discriminante e giustificandolo sulla base delle "molteplici problematiche sociali e di sicurezza" che i centri di accoglienza possono generare. In ogni caso, in attesa dell'entrata in vigore delle nuove norme, prevista tra un paio di giorni, i circa trenta migranti ospitati attualmente nel paesino lecchese possono stare tranquilli: il provvedimento non è infatti retroattivo e non riguarderà dunque gli attuali centri di accoglienza che si trovano proprio nelle cosiddette "zone rosse", ossia vicino alla scuola elementare e alla chiesa.

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