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Covid 19

Secondo uno studio a Bergamo i morti ufficiali di Covid-19 sono solo il 26,6% del numero reale

Tre ricercatori dell’Univesità di Bergamo hanno messo a punto un’analisi per tentare di risalire al numero esatto di vittime da coronavirus nella provincia lombarda tra le più colpite dalla pandemia: prendendo in esame i dati Istat, il tasso di mortalità del paese e anche i fattori contingenti come la mancanza di test ai non ospedalizzati si giunge alla conclusione che i dati ufficiali sui decessi Covid-19 potrebbero rappresentare solo il 26,6 per cento dei decessi reali.
A cura di Chiara Ammendola
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Che i decessi da coronavirus nella provincia di Bergamo potrebbero essere molti di più della cifra ufficiale è notizia di questi giorni: la questione dei casi sommersi denunciati dai medici di base, dei decessi nelle Rsa o in casa o in ospedale senza tampone potrebbe portare a un numero maggiore di vittime. A segnalarlo è uno studio effettuato da Paolo Buonanno, Sergio Galletta e Marcello Puca dell'Università di Bergamo, che hanno fatto un'analisi combinando statistiche ufficiali e dati originali (es. necrologi e avvisi di morte) per tentare di fornire una stima provvisoria del numero "reale" di decessi causati da COVID-19, nonché il numero totale di persone contagiate nella provincia di Bergamo: il risultato è che il tasso di mortalità ufficialmente attribuibile a COVID-19 rappresenta solo il 26,6% del tasso di mortalità effettivo.

Secondo quanto si evince dallo studio infatti i decessi registrati nella provincia di Bergamo sono passati da 3.504 nel marzo 2019 a 8.560 nel marzo 2020: al 21 marzo 2020, tuttavia, solo 1.866 decessi sono stati riconosciuti come morti COVID-19. La differenza tra i decessi ufficiali COVID-19 e il numero reale di morti registrati nello stesso periodo può trovare una spiegazione innanzitutto nell'età avanzata delle vittime dove si sono registrati i numeri più alti spesso a causa di patologie pregresse, poi nel fatto che molti pazienti infetti possono morire a casa senza avere la possibilità di essere ricoverati in ospedale e quindi essere sottoposti a test, infine c'è da considerare il fatto che i tamponi che i laboratori possono processare sono limitati nel numero falsando di fatto il numero esatto dei pazienti Covid-19 non tutti sottoposti a test.

Impossibile ipotizzare un numero preciso di decessi per coronavirus

Nei dati analizzati dai tre ricercatori se si prendono in considerazione i necrologi e annunci funebri pubblicati sui quotidiani i numeri riportano 2.896 decessi dal 1° marzo al 31 marzo 2020, mentre sono 1286 quelli dal 1° marzo al 21 marzo 2020. Nel marzo 2019 il numero di decessi totali registrati nell'intera provincia è stato di 886, dunque meno di un terzo dei morti segnalati nello stesso periodo di quest'anno nei necrologi: con un'età media di 80,9 anni e il 59,8% dei decessi rappresentato da uomini. Si tratta di dati che vanno integrati nell'ambito di un quadro generale che comprende l'analisi dei dati Istat sulla mortalità dal 1 al 21 marzo che rappresentano quasi il doppio di quelli comunicati dai necrologi. Al termine dell'analisi è impossibile ipotizzare un numero preciso di decessi per coronavirus nella provincia di Bergamo a causa proprio della mancanza di tantissimi dati (tra questi quelli che riguardano i pazienti asintomatici ma positivi che non sono mai stati sottoposti a tampone) ma incrociando quelli ufficiali insieme con statistiche ufficiali, dati retrospettivi e dati originali si può ipotizzare che "il tasso di mortalità riportato attribuibile a COVID-19 rappresenta solo il 26,6% del tasso di mortalità osservato".

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