270 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Trenord, scoppia il caso: “Macchinisti pagati di più se il treno ritarda”

Tre macchinisti rivelano: “Se il treno accumula ritardo veniamo pagati di più”, svelando un sistema di ritardi programmati. Da contratto, Trenord paga i dipendenti in proporzione alle ore lavorate. L’ad Farisè: “Va cambiato”. Ma i sindacati minimizzano: “Casi isolati, non si deve gettare la croce addosso ai lavoratori”.
A cura di Francesco Loiacono
270 CONDIVISIONI
Immagine

I macchinisti dei treni Trenord farebbero viaggiare di proposito i convogli in ritardo per aumentare la propria busta paga. Rischia di scatenare un vero e proprio scandalo quanto affermato da tre macchinisti della linea Milano-Cremona-Mantova, che hanno voluto rimanere anonimi: "Su questa linea, ogni volta che un treno accumula 20 minuti di ritardo ci fa guadagnare 13 euro. La puntualità non è redditizia per il nostro stipendio", avrebbero detto i tre, come riportato dal Corriere.Una denuncia che trova riscontro, in effetti, nel particolare contratto di lavoro aziendale, datato 2012: i 4.200 dipendenti di Trenord vengono retribuiti, a differenza di quanto avviene ad esempio in Trenitalia, in proporzione alle ore di lavoro: 6 euro la prima, 9 la terza, 12 la quarta. In aggiunta esiste anche il cosiddetto "bonus di condotta" per le ore di guida: 15 euro quando si raggiunge la terza fino ai 40 per la settima ora.

Il nuovo ad vuole cambiare il contratto

Anche per eliminare questo paradosso, il nuovo amministratore delegato della società, Cinzia Farisè, in carica dallo scorso novembre, vorrebbe modificare il contratto di lavoro per eliminare il controverso articolo 54 che regola il sistema di retribuzione. Una lotta condivisa anche dal sindacato Orsa, il cui segretario regionale Adriano Coscia dice: "Questo è un sistema da ribaltare, perché da 31 mesi divide i ferrovieri di Trenord, provocando ritardi cronici e soppressioni dei convogli".

I sindacati: "Casi isolati"

Lo stesso Coscia, però, così come gli altri sindacati minimizzano il "caso" dei "macchinisti-lumaca". Per Coscia si tratterebbe solo di 25-30 persone su un totale di 1.200 macchinisti, "non più del 2-3% del totale. Si tratterebbe di casi isolati. Perché la stragrande maggioranza lavora con professionalità e onestà". Ancora più netto Rocco Ungaro, della Filt Cgil Lombardia: "Non ci risulta che ci siano macchinisti che facciano la cresta allungando i tempi di viaggio. Non si deve gettare la croce addosso ai lavoratori per i disagi e i disservizi. Se l’azienda ha rilevato delle irregolarità si rivolga alla magistratura". E l'ad Farisè, lungi dal cercare la contrapposizione frontale con i lavoratori, ha puntualizzato: "Le cause dei ritardi sono altrove, ma abbiamo il dovere di rimuovere ogni alibi". E, forse anche per calmare gli animi dei 670mila pendolari lombardi che rischiano di surriscaldarsi, qualora il caso dei ritardi voluti fosse confermato, ricorda che negli ultimi mesi le corse dei convogli Trenord hanno fatto registrare un incremento del 10 per cento nella puntualità.

270 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views