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Spese pazze al Pirellone: la Regione chiede 3,4 milioni di euro di danni a 28 consiglieri

La Regione Lombardia ha chiesto 3,4 milioni di euro di danni a 28 tra consiglieri ed ex consiglieri imputati a Milano per lo scandalo delle “spese pazze” al Pirellone. Nella scorsa udienza il pubblico ministero Paolo Filippini aveva chiesto 56 condanne per complessivi 145 anni di carcere. Prossima udienza il 10 luglio.
A cura di Francesco Loiacono
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La Regione Lombardia chiede i danni ai suoi consiglieri, in carica e delle passate consiliature, coinvolti nel cosiddetto scandalo delle "spese pazze". Dopo la requisitoria del pubblico ministero Paolo Filippini è stata la volta dell'avvocato della Regione, che si è costituita parte civile. Il legale, Antonella Forloni, ha chiesto a 28 dei 57 imputati (gli altri hanno già risarcito il danno) per peculato (e in alcuni casi truffa) una provvisionale di circa 3 milioni e 400mila euro. Si tratta della metà del danno patrimoniale e di immagine causato dal comportamento degli imputati, quasi tutti (eccetto uno) consiglieri ed ex consiglieri del Pirellone.

Secondo la Forloni i 28 imputati hanno agito in violazione dell'articolo 45 della Costituzione: "Non c'è stata disciplina e un onore adeguato nell'esercitare la funzione pubblica affidata". Il legale di Palazzo Lombardia ha affermato che le note spese dei rimborsi per gli anni 2008-2012, quelli finiti al centro del procedimento giunto alle sue fasi finali, sono "offensive": "È un manifesto di indifferenza rispetto al doveroso controllo della spesa pubblica che deve effettuare chi ha un ruolo nell'amministrazione". Tante le voci contestate: i consiglieri finiti a processo si sarebbero fatti rimborsare non solo le spese "classiche" per pranzi e cene che non avevano nulla a che fare col loro ruolo istituzionale, ma anche spazzolini da denti, cocktail e anche, nel caso dell'ex consigliera Nicole Minetti, il libro "Mignottocrazia".

La prossima udienza il 10 luglio

La richiesta danni più alta (620mila euro) riguarda l'ex capogruppo della Lega Stefano Galli. All'ex presidente del Consiglio regionale Davide Boni (anche lui leghista) sono stati chiesti 414mila euro, mentre a Renzo Bossi, il figlio minore del "Senatur" Umberto, la Regione ha chiesto 57mila euro. Oltre all'eventuale risarcimento, naturalmente, per quasi tutti gli imputati il pm nel corso della sua requisitoria aveva chiesto anche condanne per complessivi 145 anni. Una sola la richiesta di assoluzione: per l'ex assessore Massimo Ponzoni. La prossima udienza si terrà il 10 luglio, quando parleranno le difese degli imputati.

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