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Scambio di salme al cimitero a Milano: per 16 anni prega sulla tomba sbagliata

Al cimitero Maggiore di Milano una donna si è accorta che nella tomba del padre era sepolta un’altra persona. La scoperta dopo 16 anni, nel corso della riesumazione dei resti del genitore defunto. Potrebbe essersi trattato di uno scambio di targhette in occasione della riesumazione, ma alla figlia è sorto un dubbio enorme: che già 16 anni fa abbia seguito i funerali di una persona sbagliata.
A cura di Francesco Loiacono
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Ha portato i fiori, pianto e pregato su una tomba del cimitero Maggiore di Milano, pensando che vi riposassero i resti mortali del padre. Ma adesso, dopo 16 anni, una donna ha scoperto che all'interno della bara al posto del padre si trovavano le spoglie di una donna. E, oltre al comprensibile choc, è partita una denuncia per capire come sia potuto accadere questo terribile disguido.

L'incredibile vicenda è raccontata dal "Corriere della sera". A permettere alla figlia del defunto, V.L., scomparso nel 2000 per un male incurabile, di accorgersi dello scambio di persona è stata la riesumazione della salma avvenuta lo scorso 13 ottobre. La donna e il marito sono partiti da Pisa per assistere all'operazione, certi di dover magari versare qualche lacrima nel ritrovarsi di fronte ai resti mortali del loro caro. Ma all'apertura della bara si sono accorti subito che qualcosa non quadrava: accanto alle ossa c'erano dei capelli lunghi, mentre il defunto era calvo. Inoltre, nella bara si trovava anche una calza lunga da donna, sfilatasi dal femore.

Il dubbio della figlia: aver assistito ai funerali di uno sconosciuto

A quel punto i familiari hanno bloccato tutto e chiesto spiegazioni agli operatori cimiteriali. Questi, nonostante la targhetta con il nome del defunto fosse giusta, non hanno potuto fare altro che ammettere lo scambio. Nel tentativo di risolvere subito il disguido, hanno mostrato ai parenti il contenuto di un'altra riesumazione avvenuta poco prima, ma i familiari non hanno potuto e voluto effettuare il riconoscimento in assenza di certezze: "Facciano la prova del dna – chiede la figlia, che ha intanto incaricato del caso un legale e presentato denuncia -: Non voglio cremare e portare a casa mia i resti di qualcuno che potrebbe essere uno sconosciuto".

Adesso del caso se ne interesserà l'assessorato dei Servizi al cittadino, guidato da Roberta Cocco, che ha già chiesto una relazione al suo direttore generale. La spiegazione più plausibile è che si sia trattato di uno scambio di targhette con la riesumazione avvenuta poco prima, ma un particolare rende tutto più complicato: quei resti sono stati riconosciuti da altre persone. E allora, in questa vicenda già di per sé incredibile, alla figlia del defunto è sorto un dubbio atroce: che già 16 anni fa abbia seguito i funerali di uno sconosciuto, pensando che fosse suo padre.

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