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Ricattò la famiglia di Mike Bongiorno per restituire la salma: confermata condanna a un 68enne

La Cassazione ha confermato la condanna a due anni e quattro mesi per Pasquale Cianci, 68enne foggiano ritenuto responsabile di tentata estorsione ai danni della famiglia di Mike Bongiorno per una vicenda legata al trafugamento della sua bara. Cianci e il suo complice non rubarono la salma del presentatore, ma contattarono comunque la famiglia chiedendo soldi e millantando di poter restituire la bara di Mike.
A cura di Francesco Loiacono
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La Cassazione ha confermato la condanna a due anni e quattro mesi per Pasquale Cianci, 68enne foggiano ritenuto responsabile di tentata estorsione ai danni della famiglia di Mike Bongiorno per la vicenda legata al trafugamento della sua bara. A riportare la notizia è il quotidiano "Il Giorno". L'uomo era stato fermato il 3 marzo del 2011 dai carabinieri a Milano, in zona San Siro, assieme al suo complice Luigi Spera, che aveva poi patteggiato una pena di un anno e sette mesi per lo stesso reato. La vicenda processuale di Cianci è passata invece attraverso i tre gradi di giudizio, che hanno messo la parola fine a una delle tristi vicende accadute dopo la morte del noto presentatore tv, scomparso a Montecarlo l'8 settembre 2009 all'età di 85 anni.

La bara di Mike fu trafugata nel gennaio 2011 e ritrovata a dicembre

La salma del presentatore era stata trafugata dal cimitero di Dagnente, sul lago Maggiore, nella notte tra il 24 e il 25 gennaio del 2011. Le indagini hanno appurato come né Cianci né il suo complice siano i responsabili dell'episodio: i due, però, contattarono in almeno quattro circostanze la famiglia Bongiorno, chiedendo soldi in cambio della restituzione della salma di Mike. La bara con le spoglie del presentatore è stata ritrovata poi a Vittuone, nel Milanese, l'8 dicembre dello stesso anno. Chi siano stati i profanatori resta ancora oggi un mistero: il caso, dopo il comprensibile silenzio da parte della famiglia Bongiorno, era diventato di interesse nazionale.

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