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Pavia, cane poliziotto trova dopo 6 anni il cadavere di un imprenditore scomparso

Il cadavere di Stefano Cerri, imprenditore milanese scomparso nel dicembre 2008, è stato ritrovato in un bosco del Pavese da Orso, un cane poliziotto. Decisiva la segnalazione di uno degli esecutori dell’omicidio, condannato all’ergastolo insieme al complice e al mandante, morto lo scorso novembre.
A cura di Francesco Loiacono
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Si chiama Orso il cane poliziotto che, dopo più di 6 anni, ha completato l'ultimo tassello di una vicenda di cronaca nera che aveva scosso Milano. Grazie al fiuto dell'animale e alle dichiarazioni di una delle persone condannate per la vicenda, gli agenti della Squadra mobile di Milano hanno trovato il cadavere di Stefano Cerri, imprenditore scomparso nel dicembre 2008. Per l'omicidio di Cerri erano stati condannati all'ergastolo, con sentenza confermata in appello, due dominicani autori materiali dell'omicidio e il loro mandante, Stefano Savasta, morto per infarto a 53 anni lo scorso novembre mentre stava cercando di evadere dalla detenzione domiciliare. Proprio la morte di Savasta avrebbe convinto uno dei due esecutori, Marky Antonio Ernandez Rodriguez, a rivelare a dicembre al pubblico ministero Alberto Nobili il luogo in cui era stato seppellito il corpo di Cerri, che si credeva potesse essere stato sciolto nell'acido. Il cadavere era invece nascosto a un metro di profondità, in un'area boschiva tra Garlasco e Tromello, vicino a Pavia. Ben visibili, tra i resti umani, tracce di nastro isolante intorno alla testa e le fascette da elettricista con le quali l'uomo era stato legato dai suoi assassini.

Ucciso a calci a pugni su ordine del rivale in amore

Stefano Cerri era stato brutalmente ucciso per essersi intromesso nella relazione ossessiva tra Savasta e Ivana Siviero, donna alla quale Savasta era stato legato dal 1994 al 2005 e che l'uomo aveva perseguitato, fino ad essere arrestato nel marzo 2009. Cerri aveva conosciuto la donna, che era impiegata nella ditta di Savasta, la Savagrafica di Assago, vicino Milano, in quanto fornitore della medesima ditta. Secondo gli inquirenti Savasta aveva assoldato i dominicani, promettendogli 2mila euro per uccidere Cerri. Gli esecutori avevano sorpreso la vittima all'esterno della sua ditta in via Gratosoglio, uccidendolo a calci e pugni e poi caricandolo, legato, su un furgone. Quindi, lo hanno trasportato nel bosco del Pavese, dove dopo oltre sei anni è stato ritrovato. Il dominicano che ha confessato si è deciso a parlare solo a dicembre, dopo aver saputo della morte del mandante dell'omicidio, in quanto terrorizzato dall'uomo.

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