Oggetto volante tra i tetti di Milano: era solo un pallone (VIDEO)
Mistero, ma anche un po' di paura lo scorso venerdì mattina a Milano. Intorno alle 8.45 un oggetto volante, che a prima vista era sembrato un parapendio, ha sorvolato i tetti dei palazzi di Milano: l'oggetto proveniva dal centro della città ed è passato a volo radente prima su Romolo e poi sul quartiere popolare di viale Famagosta, scomparendo dietro i palazzoni della zona. Quelle che erano sembrate manovre pericolose effettuate a pochi metri dai palazzi, in violazione della legge che vieta di sorvolare con il parapendio i centri cittadini, si sono rivelate in realtà le evoluzioni di un grosso pallone gonfiato probabilmente a elio e sfuggito al controllo di qualcuno a terra.
La precisazione dell'Associazione nazionale italiana volo libero
Le immagini riprese da un video operatore lasciavano intuire che a bordo dell'oggetto volante vi fossero due persone. In quel caso, poi rivelatosi infondato, l'episodio avrebbe gettato un'ombra sinistra sulla sicurezza dei cieli del capoluogo lombardo, violata con apparente facilità. Si è trattato invece di un abbaglio, come ha poi confermato l'intervento della Associazione nazionale italiana volo libero (Fivl), consultata per fare chiarezza sull'accaduto: "Un mezzo per il volo libero, parapendio o deltaplano, per volare ha bisogno di alcune condizioni difficilmente presenti in ambito urbano, a partire dalla necessità di sfruttare un pendio per l’involo, che è un decollo e non un lancio. Non a caso la pratica del volo libero avviene in zone montane e non dai tetti dei grattacieli – ha affermato il portavoce dell'associazione, Gustavo Vitali -. Inoltre, parapendio e deltaplani si reggono in aria sfruttando le masse d’aria ascensionali generate dall’irraggiamento solare del suolo. Si ratta di correnti d’aria calda, dette in gergo ‘termiche', ancora troppo deboli, per non dire del tutto assenti, alle 8.45 di un mattino autunnale, per lo più in mezzo ai palazzoni di viale Famagosta e le loro inevitabili ombre al suolo". Infine, Vitali sottolinea che dalle immagini è evidente la mancanza della "cosa fondamentale perché un volo in parapendio avvenga, cioè il parapendio stesso, vale a dire l’ala, che non assomiglia affatto ad un pallone indipendentemente dalla vicinanza o meno a chi sta sotto".