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Monza, spacciavano droga ai ragazzini: arrestati sei pusher marocchini (VIDEO)

Sei spacciatori di origine marocchina sono stati arrestati dalla polizia di Monza. I sei vendevano dosi di hashish e marijuana a una clientela composta soprattutto da ragazzini, e si avvalevano di una rete di vedette per cercare di sfuggire ai blitz delle forze dell’ordine.
A cura di Francesco Loiacono
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Un phone center come base e vedette a piedi o in bici per sorvegliare la piazza di spaccio. Succedeva a Monza, nei giardini di via Artigianelli, dove una rete di sei pusher di origine marocchina, sgominata da un blitz della polizia, aveva dato vita a un lucroso mercato che riforniva in particolare i ragazzini, anche di 14 anni, residenti nel capoluogo brianzolo. Non si trattava di giovani provenienti da famiglie disagiate, anzi: i 15 baby-clienti degli spacciatori identificati dalla polizia sono tutti studenti provenienti da famiglie "normali".

Monza, spacciavano droga ai ragazzini: arrestati 6 pusher marocchini

Da giorni gli agenti del commissariato di Monza, appostati sui tetti, monitoravano l'attività di spaccio nei giardini, a pochi metri dal centro storico di Monza. Una zona storicamente "calda" per gli stupefacenti, e che qualche giorno fa era stata oggetto di una maxi-retata da parte dei carabinieri. I sei pusher arrestati dalla polizia, tutti pregiudicati, agivano prevalentemente di pomeriggio. Come "deposito" per le dosi di droga – hashish e marijuana – da spacciare avevano deciso di utilizzare un phone center. Una squadra di vedette a piedi o in bici pattugliava gli angoli strategici dei giardinetti, avvisando pusher e clienti di ogni possibile movimento riconducibile alle forze dell'ordine. Nonostante la scaltrezza e le attenzioni, le vedette erano però da giorni a loro volta osservate e filmate dagli agenti di polizia. Nel corso del blitz, il phone center è stato passato al setaccio con le unità cinofile, e in una fotocopiatrice sono state trovate molte schede telefoniche. Oltre ai sei arrestati, sono state denunciate in stato di libertà altre tre persone perché irregolari.

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