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Monza, abortisce ma le lasciano il feto nell’utero: denunciati i medici

Una donna di 38 anni residente in provincia di Monza e Brianza ha denunciato i medici dell’ospedale di Desio: durante un intervento per abortire le avrebbero lasciato il feto morto all’interno dell’utero, causandole un principio di setticemia. Sul caso indaga la procura di Monza.
A cura di Francesco Loiacono
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Era stata costretta ad abortire perché il feto che portava in grembo non dava più segni di vita. Ma il giorno dopo l'intervento lamentava dolori all'addome così forti da costringerla ad andare in un altro ospedale, dove i medici hanno fatto una scoperta agghiacciante: il feto morto era ancora all'interno del suo utero. Adesso sarà il tribunale di Monza a indagare su un nuovo presunto caso di malasanità che coinvolge una donna di 38 anni residente in provincia di Monza e Brianza.

La donna, a fine maggio, dopo un controllo dalla sua ginecologa di fiducia aveva appreso che il cuore del feto di dodici settimane che portava in grembo aveva smesso di battere. Si era rivolta allora all'ospedale di Desio per abortire. Prima dell'intervento la donna, accompagnata dal marito, avrebbe anche chiesto un esame sul feto per individuare le cause della morte. Poi, una volta terminata l'operazione, la 38enne è rientrata a casa.

Abortisce ma le lasciano il feto nell'utero

Il giorno seguente la 38enne ha iniziato a lamentare forti dolori all'addome. La donna si è quindi rivolta a un secondo ospedale, quello di Melzo in provincia di Milano, dove i medici le hanno diagnosticato un principio di setticemia causato dalla presenza del feto all'interno dell'utero. La donna si è quindi sottoposta a un secondo intervento chirurgico. Una volta ripresasi, ha denunciato alla procura di Monza i medici del primo ospedale, per non aver portato a termine l'operazione. L'indagine è adesso nelle mani della procura di Monza, che ha sequestrato le cartelle cliniche relative alla donna nell’ospedale di Desio e ha chiesto la documentazione clinica al nosocomio di Melzo.

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