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Milano, sgominato traffico internazionale di materiale pedopornografico: in manette anche un prete

Maxi-operazione della polizia postale di Milano contro una rete internazionale che produceva e scambiava online materiale pedopornografico. Coinvolte 233 persone in 35 Paesi diversi, 29 gli italiani: per quattro di loro è scattato l’arresto. Si tratta di due disoccupati, un operaio e un sacerdote di 49 anni di Alassio.
A cura di Francesco Loiacono
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Maxi-operazione internazionale della polizia di Stato di Milano contro la pedopornografia online. Dopo oltre 2 anni di indagini, dalle prime ore di martedì è scattata un'operazione per bloccare una pericolosa rete criminale internazionale che produceva e diffondeva sul web filmini e foto porno con protagonisti bambini di neanche 10 anni, costretti a subire anche pesanti violenze e, in taluni casi, ritratti in presenza di animali. Le indagini condotte dalla polizia postale di Milano hanno permesso di individuare 233 utenti su scala globale dediti allo scambio per via telematica di materiali illeciti. Per quattro di loro il giudice per le indagini preliminari di Milano ha disposto l'arresto: si tratta di due disoccupati di 58 e 51 anni, residenti nel Beneventano e a Livorno, di un operaio 51enne di Roma e di un sacerdote di 49 anni residente ad Alassio, in provincia di Savona.

Perquisizioni in tutta Italia e all'estero

I gravi indizi raccolti dagli investigatori milanesi hanno spinto la procura della Repubblica di Milano, che coordina le indagini, a disporre perquisizioni personali, locali e informatiche a carico di 29 persone – inclusi gli arrestati – residenti in tutta Italia. Tra i territori interessati Besana Brianza e Busnago in provincia di Monza e Brianza, Bussago in provincia di Brescia e Manara in provincia di Pavia. Ma provvedimenti giudiziari sono in corso anche in Liguria, Piemonte, Toscana, Lazio, Veneto, Emilia-Romagna, Puglia, Umbria, Trentino e Sicilia.

Tra le persone facenti parte della rete anche 204 stranieri di 35 Paesi, alle autorità dei quali grazie al supporto del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e all'Interpol sono state inviate tutte le informazioni per valutare appropriate azioni in accordo alle legislazioni interne. Le operazioni in campo internazionale hanno già restituito i primi riscontri sul coinvolgimento di cittadini stranieri nella produzione e nella diffusione di materiali pedopornografici.

Proseguono le indagini

Le indagini, avviate nel 2012 e condotte per circa un biennio, hanno avuto inizio monitorando gli spazi pubblici di alcuni siti web e in particolare taluni servizi di condivisione di immagini i cui criteri di raccolta e di proposta di visione tra certi utenti lasciava intravedere atteggiamenti sospetti per l’insistente richiamo a pose di minori. Si trattava in realtà di "anticamere" per gli interessati alla pornografia minorile, che poi si spostavano su altri canali di comunicazione per scambiare il materiale illecito. Essenziale ai fini dell'indagini l’adozione di tecniche speciali di investigazione sotto copertura, di intercettazioni telematiche e telefoniche. Le indagini adesso proseguono per cercare di identificare anche i minori vittime delle violenze, affinché possano essere soccorsi e liberati.

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