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Lodi, il controllore che si è accoltellato da solo rischia il licenziamento

Il controllore di Trenord che lo scorso 19 luglio a Santo Stefano Lodigiano ha simulato un’aggressione su un treno regionale rischia di essere licenziato e di dover pagare 300mila euro di danni. Secondo quanto rivelato ieri dal procuratore di Lodi, l’uomo si è accoltellato da solo a una mano e poi ha incolpato un immigrato con il quale avrebbe avuto una lite. Sconcerto da parte dei sindacati, che lunedì avevano indetto uno sciopero per il ferroviere.
A cura di Francesco Loiacono
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Rischia il licenziamento e di pagare 300mila euro di danni D.F., il 45enne controllore di Trenord che lo scorso 19 luglio a Santo Stefano Lodigiano ha simulato un'aggressione su un treno regionale in servizio tra Piacenza e Milano. Il colpo di scena in una vicenda che aveva portato anche i sindacati a indire uno sciopero per la sicurezza (che lunedì scorso ha paralizzato la Lombardia) è arrivato ieri, quando il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro ha affermato che il 45enne si era inventato tutto. L'uomo non è stato aggredito da un immigrato, come da lui riferito, ma si è accoltellato da solo a una mano, trapassandola con la lama, per poi far ricadere la responsabilità su un cittadino ghanese con il quale pare avesse litigato alcuni giorni prima. Una lite adesso al vaglio degli inquirenti.

Trenord chiederà 300mila euro di danni

Le conseguenze per il 45enne rischiano di essere molto pesanti. L'uomo è indagato per calunnia, simulazione di reato e interruzione di pubblico servizio. Ma al di là delle accuse, è il suo futuro lavorativo a essere fortemente a rischio: secondo alcune indiscrezioni (ma mancano conferme ufficiali da parte di Trenord), il ferroviere sarà licenziato. L'azienda ha poi intenzione di fargli pagare i danni per lo sciopero di lunedì e per l'interruzione di servizio dovuta alla finta aggressione: in quella circostanza il controllore (come testimoniato da alcune foto che l'hanno incastrato) ha sbloccato la porta del convoglio, per far credere che il presunto aggressore fosse scappato col treno in movimento. La stima dei danni si aggirerebbe sui 300mila euro.

Un danno di credibilità per i sindacati?

Oltre alle conseguenze sul piano pratico, quanto accaduto potrebbe causare anche un danno di credibilità ai sindacati, da tempo impegnati nella lotta per chiedere maggior sicurezza a bordo dei treni. Tra tutti serpeggia incredulità per il gesto del 45enne (che era iscritto alla Fit Cisl) e da ogni parte arrivano richieste di punire il responsabile per un gesto ritenuto gravissimo. Ma i sindacati non intendono arretrare sul fronte della richiesta di maggior sicurezza: "Se fosse confermata la ricostruzione fatta dal Procuratore di Lodi ci troveremmo di fronte ad un fatto gravissimo che deve giustamente essere perseguito dalla Magistratura – scrive in una nota il segretario generale Filt Cgil Lombardia Stefano Malorgio – Attenzione però, non si cancella il problema delle aggressioni che rimane nei numeri che questo episodio ha fatto emergere. Dal conteggio delle aggressioni ne va sottratta una. Si deve quindi continuare senza indugi a lavorare per delle soluzioni, come stabilito in Prefettura lunedì con Trenord e Regione Lombardia". Peccato, però, che proprio sul fronte dei numeri delle aggressioni non ci sia chiarezza: ad oggi è difficile trovare una cifra sugli episodi che si sono verificati, per poter capire se siano in crescita o in diminuzione.

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