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Ladro ucciso a Lodi: versioni discordanti tra il ristoratore e i famigliari

Continuano ad esserci molti dubbi sulla morte del 33enne Petre Ungureanu, il ladro ucciso dal ristoratore Mario Cattaneo la scorsa settimana a Casaletto Lodigiano. L’oste e i suoi famigliari avrebbero reso versioni discordanti: da capire se Cattaneo abbia sparato al ladro accidentalmente durante una colluttazione, come da lui affermato, o in un’altra circostanza. A breve verrà richiesta una perizia balistica ai Ris di Parma.
A cura di Francesco Loiacono
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Mario Cattaneo con il sindaco di Albuzzano, Marco Tombola
Mario Cattaneo con il sindaco di Albuzzano, Marco Tombola

Oltre quattro ore di interrogatorio e una ricostruzione dei fatti sul luogo del delitto non sono bastati a chiarire i dubbi sulla morte del 33enne Petre Ungureanu, il ladro ucciso dal ristoratore Mario Cattaneo la scorsa settimana a Gugnano, frazione di Casaletto Lodigiano, in provincia di Lodi. Il 67enne Cattaneo, la moglie e il figlio sono stati sentiti separatamente dal sostituto procuratore di Lodi Laura Siani e avrebbero reso versioni discordanti.

A riassumere la situazione nella quale si trovano al momento le indagini è stato il procuratore capo di Lodi, Domenico Chiaro: "Al di là delle versioni, che sono tuttora al vaglio permangono delle discordanze sul fatto se il colpo sia partito dall’arma di Cattaneo prima o dopo la lotta con uno dei ladri". Cattaneo continua a sostenere di aver sparato in maniera accidentale durante la colluttazione con uno dei malviventi (erano in quattro in totale) che stava cercando di sottrargli il fucile. Ma resta aperta anche un'altra ipotesi: che l'oste abbia sparato subito dopo aver forzato la porta del bar-ristorante che era stata chiusa dall'interno dai ladri. Come affermato dal procuratore in una precedente circostanza, sarebbe stato Cattaneo infatti ad andare incontro ai malviventi.

Mentre proseguono le indagini per cercare di individuare i complici del malvivente rimasto ucciso, l'altro fronte sul quale lavorano gli inquirenti è quello di cercare di capire la traiettoria del colpo di fucile partito dall'arma del 67enne. Per ricostruirla sarà presto richiesta una consulenza balistica ai Ris di Parma. Intanto, però, sembra acclarata una circostanza riguardo l'arma: e cioè l'atteggiamento reticente dell'oste in un primo interrogatorio con i carabinieri. Cattaneo non avrebbe rivelato subito che con i malviventi c'era stata una colluttazione e che lui aveva utilizzato un fucile, trovato difatti dai militari scarico e riposto nella sua custodia.

Intanto l'uomo, che resta indagato per omicidio volontario, continua a incassare il sostegno di conoscenti (che hanno avviato la raccolta firma "Io sto con Mario") e politici nazionali e locali: ieri ha ricevuto dal sindaco di Albuzzano, Marco Tombola, il gagliardetto del comune del Pavese.

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