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La Corte dei conti condanna Formigoni: chiamò un legale esterno con 17 di ruolo in Regione

L’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni è stato condannato dalla Corte dei conti al pagamento di poco più di quattromila euro. Sono parte delle spese sostenute dalla Regione per ingaggiare un avvocato esterno, che fornì un parere in relazione a un bando di concorso pubblico per dirigenti del 2005, poi annullato dal Tar e dal Consiglio di Stato perché non pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
A cura di Francesco Loiacono
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L'ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni è stato condannato per "colpa grave" dalla Corte dei conti della Lombardia al pagamento di poco più di quattromila euro. Sono parte delle spese sostenute dalla Regione per ingaggiare un avvocato esterno, che fornì un parere in relazione a un bando di concorso pubblico per dirigenti al centro di un contenzioso legale. Il concorso, promosso nel 2005, fu puoi annullato dal Tar per la mancata pubblicazione del bando in Gazzetta ufficiale. La Regione ricorse al Consiglio di Stato, che confermò però la sentenza del tribunale amministrativo.

Nell'atto di citazione della procura, richiamato dalla sentenza della Corte dei conti (emessa in camera di consiglio lo scorso 10 maggio e depositata il 4 luglio), si legge: "L’allora Direzione Organizzazione, Personale della Giunta regionale, nella persona del suo Direttore centrale pro-tempore dott. E. P., aveva indetto un bando di concorso pubblico per 20 posti di dirigente presso la Giunta medesima, pubblicandolo esclusivamente sul BURL … n. 8 del 22 febbraio 2006". Il sospetto era che Formigoni, dando poca pubblicità al concorso, volesse in realtà favorire alcuni candidati vicini a Comunione e Liberazione.

Per affrontare la successiva causa di chi non era riuscito a partecipare per la poca pubblicità data al concorso, la giunta ingaggiò un legale esterno per un parere, nonostante vi fossero 17 avvocati di ruolo nell'avvocatura regionale, di cui sette abilitati al patrocinio in Cassazione. I giudici lombardi hanno osservato che “l'inescusabilità della condotta” emerge non soltanto in considerazione della presenza nell'organico regionale di un ufficio dell'avvocatura ma anche, e soprattutto, alla luce del fatto che il conferimento dell'incarico di patrocinio legale è stato perfezionato dopo la delibera della giunta regionale con la quale era stato deciso di ricorrere in Cassazione e sulla base di motivazioni giuridiche, esaustive ed approfondite, redatte proprio dai legali interni alla Regione.

Il danno arrecato alla Regione è stato quantificato dalla Corte dei conti in poco più di 20mila euro. Formigoni è stato condannato a risarcirne una parte: "Al Presidente Roberto  Formigoni, va addebitata la quarta parte della quota corrispondente all’80% del danno risarcibile – scrivono i giudici nella sentenza – (…) avendo egli, come più volte precisato, promosso l’adozione della menzionata deliberazione e nulla mai evidenziato sui variegati profili di criticità esistenti sulla stessa". Oltre all'allora governatore, sono stati condannati al pagamento di 261 euro ciascuno Luca Daniel Ferrazzi, Romano La Russa, Stefano Giovanni Maullu, Franco Nicolai Cristiani, Massimo Ponzoni, Pier Gianni Prosperini di San Pietro, Mario Scotti e Domenico Zambetti. Altri componenti della giunta di allora avevano invece già risarcito la Regione nelle more dell'esito del processo.

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