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Fa il saluto romano per commemorare il neofascista Vivirito: denunciato un religioso

È stato denunciato dalla polizia di Stato di Milano don Orlando Francesco Amendola, il religioso che lo scorso 20 maggio, in una cappella del campo X del cimitero Maggiore di Milano, ha fatto il saluto romano durante la commemorazione del neofascista Umberto Vivirito. Il religioso, che non è un prete cattolico ma appartiene alla chiesa vetro-cattolica di Polonia, si è scusato per il gesto.
A cura di Francesco Loiacono
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Don Orlando Amendola mentre fa il saluto romano (Youtube)
Don Orlando Amendola mentre fa il saluto romano (Youtube)

È stato denunciato dalla polizia di Stato di Milano don Orlando Francesco Amendola, il religioso che lo scorso 20 maggio nella cappella del Campo X del cimitero Maggiore di Milano aveva commemorato il neofascista Umberto Vivirito con tanto di saluto romano alla fine. Il sacerdote, soprannominato il "cappellano dei camerati" per la sua vicinanza con gli ambienti dell'estrema destra, non appartiene però alla Diocesi ambrosiana né alla chiesa cattolica. Si tratta infatti – stando a quello che lui stesso afferma – di un membro della chiesa vetro-cattolica polacca, nata alla fine del XIXesimo secolo in opposizione al dogma dell'infallibilità papale.

Assieme al cappellano, che da anni officia le cerimonie in memoria dei caduti della Repubblica sociale italiana che si tengono al campo X del Musocco, sono state denunciate altre due persone, riconosciute nel filmato che era stato pubblicato online dal blog"Fascinazione": si tratta di S.M. e R.D.F., già noti alla Digos della questura di Milano come simpatizzanti di destra. I tre si erano riuniti assieme ad altri ex appartenenti al movimento di estrema destra Avanguardia nazionale, lo stesso cui apparteneva Vivirito, morto il 21 maggio del 1977 per le conseguenze di una sanguinosa rapina da lui commessa, durante la quale venne ucciso da Vivirito il gioielliere Ernesto Bernini. Per tutti e tre l'ipotesi di reato è quello di "manifestazione fascista", previsto dalla cosiddetta Legge Scelba.

Dopo che il "caso" del saluto romano del religioso è finito sui principali mezzi di informazione, don Amendola si è scusato sulla propria pagina Facebook: "Rivolgo a tutti il presente post per porgere la mie più sentite scuse per il gesto fatto durante la commemorazione fatta al cimitero sabato scorso. Mi rendo conto di quanto ho fatto esula dalla mia missione da pastore delle anime e perciò non capiterà più".

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