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Expo 2015, l’ironia del web per i rendering: fotomontaggi con Magalli e cartoni animati

Dopo la pubblicazione dei rendering del Padiglione della Biodiversità di Expo 2015, pieni di errori e imprecisioni, sul web si è scatenata l’ironia: fioccano i fotomontaggi surreali. Ma l’autore dei lavori prova a difendersi: “Le immagini sono uscite anzitempo”.
A cura di Francesco Loiacono
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Dopo gli scandali giudiziari, i ritardi e le altre mille disavventure nelle quali è incappato l'Expo 2015 ancor prima di iniziare, ecco l'ultima scivolata: i rendering del Padiglione della Biodiversità, postati qualche giorno fa sulla pagina Facebook ufficiale dell'Esposizione. La loro pubblicazione ha suscitato un mare di critiche e polemiche da parte del "popolo della rete", alimentata da qualche giornale come l'Espresso e il Fatto quotidiano. I lavori presentati lo scorso 6 febbraio, in effetti, anche a chi non è un esperto di grafica appaiono quanto meno grossolani: le figure umane non sono raccordate con il contesto, sembra che volino o fluttuino nell'aria. E poi mancano le ombre, le proporzioni non sono rispettate e in alcuni casi si intravedono persino i simboli dei copyright malamente cancellati.

L'ironia del web sui rendering di Expo 2015

Sarebbe bastata la metà di queste cose per scatenare l'ironia del web, che infatti non ha mancato l'appuntamento: dal Milanese imbruttito alle pagine su Facebook che prendono di mira i grafici, postando esilaranti quanto inverosimili fotomontaggi e spacciandoli per ufficiali – qui una gallery con i fotomontaggi più surreali, dalle pagine "Offresi corso di Photoshop per il grafico di Expo 2015" e "Le straordinarie qualità grafiche di Expo 2015" -. Non sono mancati anche i commenti più seri sul "caso" Expo, che hanno analizzato come l'Esposizione stia confermando tutti i peggiori luoghi comuni sugli italiani. Scrive Matteo Bianconi su Fanpage:

Come per gli altri casi, eccoci forse di fronte al cliché del "cugino": si ha come l'impressione che a lavorare non siano professionisti seri e motivati, ma improvvisati cugini – ossia amici degli amici – che sanno smanettare con Facebook e il Mac, quindi possono fare i community manager o i grafici creativi. Secondo la stessa filosofia, l'altro giorno mi sono tolto una scheggia dal dito e ora potrei dirigere un'operazione a cuore aperto. Poi ho anche sistemato una presa dell'appartamento dove vivo, quindi potrei rifare l'impianto elettrico del datacenter più grande di Google.

Il responsabile dei rendering: "Immagini uscite anzitempo"

Nel mezzo della tempesta di risate e critiche, su Facebook è apparso il timido tentativo di replica da parte del grafico che si è occupato del lavoro preso di mira, Fabio Fornasari. Sulla sua pagina social il grafico si è difeso così:

Una risposta a chi mi ha fatto domande. Nei giorni scorsi sono state pubblicate immagini di un progetto in corso. Sono uscite anzitempo, non terminate e prima ancora di una conferenza stampa. La rete è veloce. Le ha condivise. Ormai in rete le ho condivise e nel presentarle, con un breve commento in testa “cosa abbiamo fatto fino qui”, speravo fosse chiaro che era un lavoro in corsa e in corso. Poi la rete ne ha fatto un meme, un argomento virale e questo ancora non è in sé un male in quanto ci fa sentire sulla pelle quanta responsabilità abbiamo nel lavorare non tanto su “materiali digitali” – non è un problema di quanto si sa usare Photoshop – quanto sugli immaginari e le estetiche. Spero sia una risposta per chi mi ha fatto domande.

Sembra però poco plausibile che il suo post possa arginare la creatività e l'ironia degli utilizzatori del web. In tanti, poi, soprattutto tra gli addetti ai lavori, non nascondono la propria rabbia per un lavoro fatto male e che, si intuisce nelle pieghe delle loro critiche, avrebbe potuto essere realizzato meglio se affidato ai tanti bravi professionisti che ci sono in giro. Nel mare dei commenti, da “Siete dei cialtroni” a “Penso di non aver mai visto dei render così osceni” o “É ovvio che i 1.884 che hanno messo “like” sono non vedenti”, la barca di Expo naviga, faticosamente, verso il tanto sospirato primo maggio: quello sarà il vero banco di prova per la sua credibilità e per quella di un Paese intero.

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