Evasione fiscale, chiesto il rinvio a giudizio per la presidente di Expo Diana Bracco
Il pubblico ministero di Milano Giordano Baggio ha chiesto il rinvio a giudizio della presidente di Expo 2015 Diana Bracco, accusata di un'evasione fiscale da oltre 1 milione di euro. Il reato contestato alla Bracco è relativo al suo ruolo di presidente del consiglio d'amministrazione del gruppo Bracco Spa. La società Expo è quindi estranea alla vicenda. L'udienza preliminare verrà fissata nei prossimi giorni.
Diana Bracco, che all'interno di Expo è anche commissario generale per il Padiglione Italia, è indagata per evasione fiscale e appropriazione indebita. Secondo la procura di Milano le società del gruppo avrebbero emesso delle fatture false servite per coprire lavori su case private e barche nella disponibilità di Diana Bracco e del defunto marito, Roberto De Silva. Nell'ambito dell'indagine lo scorso 5 marzo era stato sequestrata alla Bracco una somma di 1.042.114,70 euro, che sarebbe "corrispondente all'importo totale dell'imposta complessivamente evasa per effetto dell'utilizzo delle fatture".
L'avvocato della Bracco: "Nessuna frode fiscale"
Quando era emersa la notizia dell'inchiesta ai danni della Bracco, il suo avvocato, Giuseppe Bana, aveva detto: "Non c'è stata alcuna frode fiscale: si tratta di contestazioni riguardanti l'inerenza all'attività d'impresa di fatture, situazione non rilevante sotto il profilo penale. Abbiamo già definito con l'Agenzia delle entrate attraverso il ravvedimento operoso". La stessa Bracco, ai microfoni di Fanpage, aveva smentito di essere indagata. Sulla rilevanza penale della condotta della presidente di Expo adesso ci sarà la decisione del giudice per l'udienza preliminare.
