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Diana Bracco condannata per frode, i giudici: “Significativa capacità a delinquere”

Depositate le motivazioni della condanna a due anni (con pena sospesa) per Diana Bracco. Per i giudici l’ex presidente di Expo, giudicata colpevole di frode fiscale e appropriazione indebita in qualità di amministratore dell’omonimo gruppo farmaceutico, ha mostrato una “significativa capacità a delinquere”. Il legale dell’industriale farà ricorso in appello: “Sentenza sproporzionata”.
A cura di Francesco Loiacono
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Sono state depositate le motivazioni della condanna a due anni per Diana Bracco, ex presidente di Expo nonché a capo dell'omonimo gruppo farmaceutico. Bracco lo scorso 19 ottobre è stata condannata dal giudice della seconda sezione penale del tribunale di Milano Anna Carbone con le accuse di frode fiscale e appropriazione indebita, proprio in qualità di amministratore del gruppo. Avrebbe infatti messo in atto una frode facendo confluire sui bilanci della società delle spese fatte per fini personali: la ristrutturazione di alcune sue case e la manutenzione di una barca.

"Danno eccezionalmente rilevante all'Erario"

Per il giudice la Bracco ha mostrato una "significativa capacità a delinquere" e si è resa protagonista di una "scaltra e spregiudicata manovra che ha cagionato all'Erario dello Stato un danno eccezionalmente rilevante". Il magistrato ha però riconosciuto che la presidente del gruppo farmaceutico "ha effettivamente pagato tutte le imposte evase con interessi e sanzioni", come aveva sottolineato il legale della donna Giuseppe Bana fin dagli albori della vicenda, venuta alla luce nel maggio 2015, quando era appena iniziato l'Expo di Milano presieduto proprio dalla Bracco.

Per il giudice, però, il ravvedimento operoso con l'Agenzia delle entrate non è bastato: Diana Bracco "era animata dalla forma di dolo più intensa, essendo stata la condotta evidentemente intenzionale per la realizzazione del profitto ingiusto con danno per lo Stato", si legge nelle oltre 50 pagine delle motivazioni. Inoltre, "l'imputata godeva peraltro di una posizione economica e sociale tale da rendere più severo dell'ordinario il giudizio sulla sua condotta". Motivi che difatti hanno spinto il giudice ad aumentare la pena rispetto a quanto chiesto dal pubblico ministero Giordano Baggio, che nella sua requisitoria aveva chiesto un anno e tre mesi. La pena per la Bracco, comunque, è stata sospesa in via condizionale: per lei anche la non menzione della condanna.

Il legale della Bracco farà ricorso: "Sentenza sproporzionata"

Al termine del processo erano stati condannati a un anno e 6 mesi anche due architetti di fiducia dell’industriale. Adesso, dopo il deposito delle motivazioni, il legale della Bracco presenterà ricorso in appello: "È una sentenza sproporzionata rispetto ai fatti contestati", aveva commentato subito dopo il verdetto l’avvocato Bana. Sulla stessa linea anche Armando Simbari, legale dei due architetti: "Sentenza eccessiva sotto tutti i punti di vista".

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