video suggerito
video suggerito

Casa Matti, il borgo del Pavese dove vivono tanti migranti quanti residenti

In un piccolo borgo in provincia di Pavia, a Casa Matti di Romagnese, accade che il numero di persone richiedenti asilo sia uguale a quello degli abitanti: 25 profughi, smistati qui dal ministero dell’Interno, contro 25 residenti. Che protestano: “Da qui se ne devono andare, non c’è niente da fare per loro”.
A cura di Francesco Loiacono
352 CONDIVISIONI
Alcuni profughi ospitati in un hotel (Archivio)
Alcuni profughi ospitati in un hotel (Archivio)

In un piccolo borgo in provincia di Pavia, a Casa Matti di Romagnese, accade che il numero di persone richiedenti asilo sia uguale a quello degli abitanti: 25 profughi, smistati qui dal ministero dell'Interno, contro 25 residenti. In gran parte pensionati. Il caso è riportato dal Corriere della sera, che spiega come tra i residenti serpeggi molto scetticismo riguardo una scelta che rischia di turbare la tranquillità del luogo. Non perché sia successo qualcosa, ma semplicemente per la percezione di un'insicurezza alimentata probabilmente anche da un certo atteggiamento verso i profughi di parte dell'informazione e della politica.

Gli abitanti: "Da qui se ne devono andare"

Le osservazioni degli abitanti del borgo riportate dal cronista del Corriere, difatti, sono tutte accomunate dalla stessa premessa: "A me non hanno fatto niente", "Saranno anche bravi ragazzi" e così via. Ma uguale è anche la conclusione: "Da qui se ne devono andare". Qualcuno prova anche ad argomentare il perché: "Temiamo che una concentrazione così alta di individui in un luogo senza servizi e opportunità di lavoro sfoci in situazioni pericolose", afferma Samuel Cuneo, 45enne che insieme alla sua famiglia gestisce uno dei due hotel del paese, l'albergo Penice. L'altro, l'hotel Alpe, è quello che ha fornito alla prefettura la disponibilità ad ospitare i migranti e, lo scorso 27 febbraio, li ha accolti.

Il leghista Centinaio: "Scelta di Alfano irragionevole"

L'opportunità di inviare 25 uomini tra i 20 e 30 anni, tutti di nazionalità africana, in un borgo a quasi mille metri di altitudine dove, soprattutto nella stagione invernale, non c'è molto da fare, è al centro anche di un'interrogazione parlamentare al ministro Alfano presentata dal senatore leghista Gianmarco Centinaio, che ha definito "irragionevole" la scelta. Per comprendere bene la vicenda mancano le ragioni che hanno spinto i titolari dell'altro albergo del paese a offrire la propria disponibilità nell'ospitare i profughi: probabile che il loro punto di vista sia diametralmente opposto a quello degli altri concittadini. L'impressione è comunque che, in questa vicenda, le preoccupazioni per come impiegheranno il tempo i profughi siano in realtà secondarie a quelle di presunti problemi di ordine pubblico: quasi che, in assenza di cose da fare, per degli esseri umani diventi automatico delinquere o commettere azioni illegali. Un automatismo che, se davvero esistesse, potrebbe valere anche per gli stessi residenti del borgo.

352 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views