Bambino rinuncia al regalo di Natale per aiutare i bimbi africani: insultato su Facebook
Ha quasi dell'assurdo quanto sta avvenendo in questi giorni su Facebook ai danni di un bambino di 13 anni originario del Pavese, Pietro. Il ragazzino, che vive a Broni, per Natale ha scelto di rinunciare al suo regalo, devolvendo il corrispettivo in denaro alla onlus Amref, che sostiene i bambini africani. Ma il suo gesto, pubblicato dal quotidiano La Provincia Pavese e poi riportato sulla pagina del social network dell'associazione, ha suscitato una serie di commenti negativi.
Pochi per fortuna, a dir la verità. Ma abbastanza da suscitare la reazione sdegnata di Amref, che attraverso il direttore della sezione italiana di Amref Health Africa Guglielmo Micucci è voluto ritornare sulla questione manifestando tutta la propria solidarietà al bambino: "Noi vogliamo continuare a guardare a Pietro e ai tanti Pietro, liberi e coraggiosi. La cosa più bella che ci ha insegnato Pietro è che quel gesto era un gesto consapevole, meditato, non del momento – scrive tra le altre cose Micucci.
Gli insulti: "Prima gli italiani"
Su alcune pagine Facebook c'è stato infatti chi ha criticato il bambino per aver pubblicizzato il suo gesto; altri hanno tirato fuori l'ormai classico "Prima gli italiani", come se aiutare i bambini africani automaticamente significasse tagliare fuori altri slanci di solidarietà: "Quella di Pietro non è un dettame o un'imposizione tipo: ‘Dovete aiutare i bambini africani, solo loro' – spiega infatti Micucci sul sito di Amref – ma una freccia: ‘Se vuoi c'è anche questa voce da ascoltare'. Ci stupiremmo se Pietro e ragazzi come lui, capaci di tali slanci, iniziassero già a dividere il mondo, in chi ha più diritto di un aiuto. A fare classifiche, piramidi di importanza, recinti in cui chiudere gli altri e racchiudere il proprio pensiero".
L'attenzione di Pietro verso il mondo del volontariato nasce da lontano
La decisione di Pietro era nata dalla volontà di aiutare un compagno di scuola appena arrivato dal Camerun. Oltre alla rinuncia al suo regalo di Natale, una canna da pesca del valore di 150 euro, il ragazzino aveva anche avviato una raccolta fondi tra i suoi compagni di classe. La sua sensibilità viene da lontano: come ha riferito la mamma, il bimbo fin dalle elementari è rimasto toccato da alcune esperienze di scambi culturali con bambini africani, e in futuro non esclude di voler andare a fare volontariato in Africa. Non c'è, e non potrebbe esserci in un bimbo di 13 anni, nessuna volontà di pavoneggiarsi per il proprio gesto, come ha ribadito anche la madre del ragazzo.
Chissà cosa penserà di tutta la vicenda proprio l'involontario protagonista: "Quello che ci fa più male è immaginarlo a leggere quei commenti – scrive Micucci – ma siamo sicuri, che in questo terreno difficile, di scontro, lui non si tirerebbe indietro. Noi, su quel terreno affatto lineare ci siamo ormai da anni e lì ci troverà Pietro: a batterci per le nostre idee, con le azioni, l'ascolto ma con la determinazione di cui abbisogna la grande sfida del restare umani".