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Amministrative Lombardia 2017: il M5s piange, ma il Pd non può ridere

Flop del Movimento 5 stelle alle elezioni amministrative 2017 in Lombardia: si sono presentati in 27 Comuni, vincendo solo a Parzanica, paese di nemmeno 400 abitanti nel Bergamasco. Altrove non hanno raggiunto neanche il ballottaggio. Letture controverse nel Pd: Bussolati parla di “risultati positivi”, ma Alfieri è più cauto: “Ci aspettavamo di più”. E il sindaco Sala avverte: “Sconfiggere Maroni alle regionali sarà difficile”.
A cura di Francesco Loiacono
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Cinque stelle decisamente "spuntate" in Lombardia. Ma della prima tornata di questa amministrative 2017, in attesa dei ballottaggi che si terranno tra due settimane, nemmeno il Partito democratico può dirsi contento. L'unico a gongolare, sempre aspettando che i giochi siano conclusi, è il centrodestra, che unito si dimostra come il soggetto da battere in vista delle Regionali (anticipate o no, si vedrà).

Il flop del Movimento 5 stelle è innegabile e certificato dai numeri. Il M5s in Lombardia si presentava in 27 Comuni (su 139). Ha vinto solo nella piccola Parzanica, nel Bergamasco, dove Antonio Ferrari sarà il sindaco dei quasi 400 residenti. Per il resto, i Cinque stelle sono rimasti fuori dai giochi ovunque. Anche nei quattro grandi centri (Lodi, Monza, Como e Sesto San Giovanni), dove gli scandali (vedi il caso Uggetti a Lodi e le paratie del lungolago a Como) e la posizione subalterna potevano far ipotizzare un risultato diverso rispetto a quello ottenuto. Le percentuali ottenute dai Cinque stelle sono molto basse ovunque: solo a Pieve Emanuele (Milano), il Movimento si è posto come prima alternativa al sindaco eletto, facendo registrare il 20,6 per cento dei voti per la candidata Silvia Buccafusca.

Letture diverse nel Pd. Bussolati: "Risultati positivi". Sala: "Difficoltà"

La disfatta dei Cinque stelle non può però far sorridere il Pd, alle prese al suo interno con letture del risultato voto contrastanti. Tra i dem "scottano" soprattutto io dati di Monza e Sesto San Giovanni, dove i due sindaci uscenti, Roberto Scanagatti e Monica Chittò, dati per favoriti, sono al filo di lana con i rispettivi avversari Dario Allevi e Roberto Di Stefano, entrambi di centrodestra: si preannuncia un ballottaggio tutt'altro che scontato.

Il segretario metropolitano di Milano, Pietro Bussolati, parla comunque di risultati positivi e cita in effetti un dato incontrovertibile: "Nei comuni sotto i 15 mila abitanti vinciamo praticamente ovunque con amministrazioni civiche da noi sostenute". Il "busillis", si direbbe, è proprio nel fatto che il Pd spesso ha sostenuto candidati provenienti dal civismo. Bussolati prosegue: "Nella quasi totalità dei principali centri, il PD sostiene candidati che vanno al ballottaggio in buone posizioni. Una fotografia che racconta come il nostro partito, che in media ottiene una percentuale di consenso attorno al 25% a Milano metropolitana, sia nettamente il primo, a cui i cittadini metropolitani hanno voluto dare fiducia in questo voto".

Il suo omologo a livello regionale, Alessandro Alfieri, è più cauto: "Ci aspettavamo di più ma nessuna partita è chiusa di quelle più importanti. E fino al 25 giugno metteremo in campo una grande mobilitazione del Pd". L'avversario principale da sconfiggere è l'astensionismo. Più realistico, infine, il commento del sindaco di Milano, Beppe Sala: "Bisogna dire con onestà che il voto di ieri indica che la strada del centrosinistra per sconfiggere Roberto Maroni alle elezioni regionali è una strada difficile, per cui dobbiamo giocarci bene le carte", ha detto il primo cittadino a margine dell'assemblea generale di Assolombarda, aggiungendo: "Bisogna essere onesti: quando le cose vanno bene bisogna dirlo, ma quando come ieri il voto in Lombardia indica nostre difficoltà bisogna dire che non sarà facile vincere in Lombardia e non bisogna fare errori".

Esulta la Lega: "Siamo il traino del centrodestra"

Chi invece gongola è il centrodestra, e soprattutto la Lega Nord. Il segretario regionale del Carroccio, Paolo Grimoldi, tira le fila del primo turno delle amministrative con una dichiarazione che va al di là di qualsiasi cautela o scaramanzia: "Siamo cresciuti, stiamo continuando a crescere, siamo il traino del centrodestra, siamo al secondo posto tra i partiti in Lombardia come voti: sono sempre di più i cittadini lombardi che chiedono di avere un amministratore leghista per loro ente locale". Grimoldi si spinge anche in una considerazione: "Adesso, in virtù di questo risultato, negativo per il Pd sia in Lombardia che a livello nazionale, possiamo essere sicuri che non ci saranno elezioni anticipate in autunno, per cui per noi comincia da oggi la campagna per il referendum del 22 ottobre per l'autonomia della Lombardia".

Sulla stessa linea del suo segretario regionale è il leader del Carroccio Matteo Salvini, che parla però del risultato delle amministrative a livello nazionale (il suo vero terreno di scontro): "Non capisco perché il Pd esulti della presunta disfatta dei Cinque stelle. Per me sono andati meglio di loro. Se c'è uno sconfitto è Renzi che ha dovuto mascherarsi dietro liste civiche. Noi e i 5 stelle ci mettiamo la faccia".

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