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A Milano la refurtiva di tutto il Nord Italia: a processo la banda di ricettatori

A Milano è stata scoperta una vera e propria centrale della ricettazione che era il punto di riferimento per il ladri di tutto il Nord Italia e della Svizzera. Trentuno le persone indagate: per otto di loro lunedì inizia il processo con rito immediato. Il capo della banda, formata da italiani e da rom e sinti di origine slava, girava in Ferrari.
A cura di Francesco Loiacono
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Si concentrava a Milano la gran parte della refurtiva di tutto il Nord Italia. Una maxi banda di ricettatori, con base tra il capoluogo lombardo e l'hinterland, era stata scoperta già la scorsa estate: adesso per i primi otto membri, già in carcere, partirà il processo. La prima udienza, come riporta il quotidiano "La Repubblica" che ne dà notizia, è prevista lunedì davanti all'undicesima sezione penale del tribunale di Milano, presieduto da Elena Maria Bernante.

I primi otto imputati andranno a giudizio con rito immediato: altri nove, anche loro in carcere o agli arresti domiciliari, hanno invece optato per il rito abbreviato o il patteggiamento. Nel primo caso se dovessero essere condannati gli imputati riceveranno lo sconto di un terzo della pena. Per le altre 14 persone indagate – in totale i membri della banda erano 31 – il processo dovrebbe partire nei prossimi mesi.

La banda era specializzata negli orologi di lusso

Le indagini, condotte dal pubblico ministero Luigi Luzi, hanno permesso di portare alla luce un'organizzazione mastodontica, che generava enormi profitti ed era il punto di riferimento per ladri provenienti da tutto il Nord Italia e perfino dalla Svizzera. Un'organizzazione, con base fra Cusago e Muggiano, la cui esistenza era quasi avvolta dalla leggenda, perché si riteneva difficile che un solo gruppo potesse tenere le redini di un'attività complessa: fatta di rapporti con i "fornitori" e con gli acquirenti della merce, di viaggi per trasportare la stessa – soprattutto orologi di lusso ma anche gioielli e perfino paramenti sacri rubati al Seminario vescovile di Cremona – all'estero, di nascondigli dove custodire i preziosi senza destare sospetti.

In realtà, i membri dell'organizzazione – italiani, sinti e rom di origini slave – non facevano molti sforzi per nascondere la propria opulenza. Uno dei capi a quanto pare girava in Ferrari, mentre altre auto di lusso, oltre ad appartamenti e terreni, erano nella disponibilità del gruppo, spesso intestati a prestanome. A tutti i membri dell'organizzazione viene contestata l'associazione a delinquere "al fine di commettere plurime ed indeterminate ricettazioni". Tra i gioielli recapitati dai "fornitori", ladri professionisti di diverse nazionalità, i proventi di furti in abitazioni e anche in gioiellerie famose, come quelle di Hermes in via Sant'Andrea, a Milano, derubata nel 2008.

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