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Vogliono pregare nel Duomo dopo le nozze: allontanati. Lei era in abito da sposa

È accaduto lo scorso 5 maggio a Milano. Protagonista della storia una coppia di sposi che aveva appena pronunciato il sì nel vicino Palazzo Reale. I due, cattolici praticanti, volevano dire una preghiera nella cattedrale, ma sono stati fermati dagli addetti alla vigilanza. I novelli sposi minacciano ora di portare il caso in Tribunale.
A cura di An. Mar.
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Gli è stata negata una preghiera nella cattedrale meneghina perché indossava l'abito da sposa. È accaduto lo scorso 5 maggio a una novella sposa che, poco dopo aver pronunciato il sì nel vicino Palazzo Reale, si è vista negare l'accesso al Duomo dal personale addetto alla vigilanza. Un episodio che ha fatto infuriare la moglie e marito, tanto da decidere di ricorrere alle vie legali per dirimere la questione. Milanese, 49 anni e avvocato, lo sposo ha deciso di portare la questione in Tribunale. I due sarebbe  -secondo il quotidiano La Repubblica, che ha riportato la notizia – sarebbero stati invitati ad allontanarsi dagli addetti alla sorveglianza della cattedrale.

Dopo il sì i coniugi hanno deciso di andare a pregare al Duomo. Un gesto importante proprio perché, essendo lo sposo divorziato, non era stato possibile celebrare la cerimonia religiosa. I due si sono messi quindi in coda con i fedeli, ma un vigilantes ha spiegato che  la signora, essendo vestita da sposa, dovrebbe fare la fila all'ingresso dei visitatori". Detto fatto, i due cambiano fila e arrivati fino in fondo vengono nuovamente fermati. Motivo? Non sono permesse foto o filmati per cerimonie non autorizzate sul sagrato e all'interno del Duomo.Lo dice il regolamento. A nulla valgono le spiegazioni dei coniugi che precisano di voler solo pregare, gli addetti sono inflessibili. "Noi saremmo voluti entrare in silenzio – dice lo sposo – accompagnati dai soli genitori di mia moglie, per pregare in silenzio. Non volevamo celebrare né filmare nulla, e lo abbiamo spiegato in modo chiaro e tranquillo. Ci hanno detto testualmente che la basilica è proprietà privata, e le regole le facevano loro". Sarà ora il Tribunale, a questo punto, a decidere chi ha ragione.

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