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Vizzolo Predabissi, 12enne muore dopo il ricovero in ospedale: “Avviata commissione di verifica”

Si chiamava Francesco e aveva 12 anni, è morto ieri all’ospedale di Vizzolo Predabissi (Milano) poco dopo il ricovero a causa di “inattese e gravi complicanze”. Sull’accaduto è stata avviata una commissione di verifica, come hanno annunciato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, che esprimono “cordoglio e vicinanza alla famiglia del ragazzo”.
A cura di Simone Gorla
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Un ragazzo di 12 anni è morto ieri all'ospedale di Vizzolo Predabissi (Milano) poco dopo il ricovero. Le condizioni di Francesco, questo il nome del ragazzino, sono precipitate dopo il suo arrivo nella struttura e i medici non sono riusciti a salvarlo. Sull'accaduto è stata avviata una commissione di verifica, come hanno annunciato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, che esprimono “cordoglio e vicinanza alla famiglia del ragazzo”.

Ragazzo di 12 anni morto in ospedale: avviata una commissione di verifica

La direzione generale Welfare di Regione Lombardia ha incaricato l’Ats Città Metropolitana di Milano di istituire una commissione di verifica, "con il compito di analizzare nel dettaglio tutte le procedure cliniche eseguite nei confronti del ragazzo dal suo arrivo in ospedale fino al drammatico decesso", ha spiegato l'assessore Gallera. "Prendo atto positivamente – ha aggiunto- della tempestività con la quale la Direzione strategica dell’Asst di Melegnano e della Martesana ha avviato un percorso di audit interno, i cui primi esiti sembrano evidenziare un drammatico susseguirsi di inattese e gravi complicanze seppur in un contesto di massima attenzione da parte del personale dell’ospedale di Vizzolo Predabissi".

Il cordoglio

"In questo momento di grande sofferenza – affermano Fontana e Gallera – giunga ai genitori di Francesco l’affetto e l’abbraccio della giunta regionale e di tutti i lombardi, oltre alla gratitudine per la generosità che gli stessi familiari hanno dimostrato autorizzando la donazione delle cornee".

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