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Visite private nelle strutture dell’ospedale: sequestro da 180mila euro a cardiologo di Crema

Un cardiologo dell’ospedale di Crema effettuava visite mediche private all’interno della struttura pubblica, usando i suoi macchinari, e si faceva pagare in nero. La guardia di finanza ha effettuato un sequestro preventivo per un importo di 180mila euro.
A cura di Stefano Rizzuti
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Effettuava visite mediche private all’interno dell’ospedale, con macchinari pubblici, e si faceva pagare in nero. Per questo motivo la guardia di finanza di Crema hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per un importo da circa 180mila euro nei confronti di un cardiologo in servizio all’ospedale Maggiore di Crema, indagato per peculato e truffa aggravata ai danni del servizio sanitario nazionale.

I finanzieri, coordinati dal sostituto procuratore di Cremona Lorenzo Puccetti, e in collaborazione con la direzione generale dell’azienda ospedaliera e della sezione di polizia giudiziaria, avrebbero accertato “in base alla documentazione acquisita e alle dichiarazioni rese da oltre 120 pazienti interrogati” che il cardiologo ha “effettuato tra il 2005 e il 2016 visite erogate privatamente”, nonostante percepisse le indennità accessorie – circa mille euro mensili – legate al contratto di lavoro in regime intrmoenia con l’ospedale di Crema.

Il cardiologo avrebbe quindi agito violando “il regime di esclusività a favore dell’ente pubblico, aggirando la struttura di accredito ospedaliera e percependo per le stesse compensi in nero, oscillanti tra gli 80 e i 100 euro a visita”. Inoltre, il medico “visitava i pazienti utilizzando i locali e i macchinari dell’ospedale di Crema”, secondo quanto sostenuto dagli inquirenti.

Nei confronti dell’uomo è scattata la misura cautelare del sequestro “per un importo costituito dalla somma di tutte le indennità accessorie illegittimamente percepite dal 2005 al 2016”. Il medico, al quale è stato anche notificato l'avviso di garanzia a seguito della conclusione delle indagini preliminari, verrà segnalato alla Corte dei Conti per il danno erariale subito dall’ente, e nei suoi confronti verranno successivamente svolti gli approfondimenti fiscali relativi ai compensi percepiti.

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