Milano non è sicura: il Comune installa videocamere e punti Sos

Sono dei dati significativi, quelli emersi dalle ultime analisi della Questura di Milano, che, con gran sorpresa, hanno evidenziato un calo del numero di violenze sessuali in città. I drammatici episodi dei giorni passati, dove tre turiste sono state aggredite e una giovane ragazza di soli 18 anni è stata violentata in zona Bocconi, sembrerebbero dire però il contrario. Proprio per tali ragioni, il Comune ha deciso di potenziare il sistema di sicurezza e controllo, installando più telecamere di videosorveglianza e colonne Sos nelle zone maggiormente sensibili di Milano: dai giardini pubblici alle varie stazioni metro e dei treni, verranno posizionate qui le nuove apparecchiature, fino ai parchi, lungo i percorsi degli sportivi, luogo tipo e più frequente di violenze e aggressioni.
I dati sulle violenze a Milano
Ma se a diminuire sono i dati sulle violenze, in netta crescita sono invece quelli sui maltrattamenti in famiglia: si pensi infatti, che solo nei primi tre mesi del 2014, le denunce per maltrattamenti presentate alla Procura di Milano sono state ben 577, contro quelle dello scorso anno, che in toto erano state 1095. Come si legge sul Corriere.it, questa importante tematica va affrontata nei modi giusti, e proprio dopo i drammatici episodi di cronaca è voluto intervenire Marco Granelli, assessore alla Sicurezza, che ha così dichiarato: “Ogni persona che subisce violenza è un dramma. Ma il numero di reati commessi dagli sconosciuti è in diminuzione, mentre permane il dato su quelli in famiglia”. Anche Alessandra Kustermann, responsabile del SVSeD della clinica Mangiagalli e primario del Pronto Soccorso ostetrico ginecologico, ha messo luce sulla questione: “Nonostante l’introduzione dell’arresto in flagranza, il vero allarme sociale arriva dalla violenza domestica. Si passa da 625 casi del 2013 a 681 a oggi del 2014 e si tratta quasi sempre di violenza domestica. Il reato di maltrattamento si configura per la sua continuità. Stabilirne la flagranza può essere difficile, perché bisogna dimostrare che non si tratta del primo episodio”.