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Varese, partorisce e annega la figlia nel water: arrestata assieme al marito

L’episodio risale al 25 aprile scorso: una donna albanese di 21 anni, al settimo mese di gravidanza, ha dato alla luce una bambina e l’ha poi annegata nel water davanti al marito. Dopo più di 7 mesi entrambi sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario.
A cura di Federica Gullace
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Aveva solo 21 anni, quando partorì sua figlia, il 25 aprile scorso. Una gravidanza difficile, vuoi per la giovane età e per un figlio di un anno di cui doversi già occupare, vuoi per esigenze economiche, conclusasi poi nel peggiore dei modi. La giovanissima mamma, di origini albanesi, residente a Busto Arsizio, in provincia di Varese, la notte di quel 25 aprile aveva infatti abortito. Ma questo era solo quello che voleva far credere: troppi dubbi e troppe incongruenze avevano fatto dubitare le forze dell’ordine, e quello che in un primo momento sembrava un aborto spontaneo si era rivelato invece un omicidio vero e proprio. Dopo tutte le opportune indagini e ricostruzioni, si scoprì che la neonata era stata partorita viva alla trentesima settimana di gestazione ma era deceduta in quanto lasciata, per almeno venti minuti, immersa nell'acqua del water. A distanza di oltre 7 mesi, la mamma della bambina è stata fermata con l'accusa di infanticidio. La donna, che stava peraltro per darsi alla fuga e rientrare nel suo paese d’origine, dallo scorso 26 dicembre si trova nel carcere di Monza, dove sarà presto interrogata dal giudice per le indagini preliminari.

Arrestato anche il marito

La vicenda non termina qui: l’omicidio infatti fu compiuto per mano della donna ma sotto gli occhi inermi del marito, un connazionale di 24 anni che lavora come operaio, e che quella notte chiamò il 118. Come riporta il Corriere, l’uomo, non avendo fatto alcun tentativo per salvare il bambino, ha reso necessaria l'adozione di una misura coercitiva anche a suo carico per scongiurare il concreto pericolo di fuga e l'inquinamento probatorio. Per tali ragioni è stato arrestato ed è a disposizione dell'autorità giudiziaria, davanti alla quale dovrà rispondere di omicidio volontario assieme alla moglie. 

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