Varese, il cadavere di Franco Piero Biasca trovato nel fiume Tresa
Era scomparso dal campeggio di Molinazzo di Monteggio, in Svizzera, dove stava trascorrendo le vacanze estive. Dopo due giorni di ricerche il fiume Tresa, che scorre tra Italia, provincia di Varese, e il Canton Ticino ha restituito corpo senza vita del 63 enne svizzero Franco Piero Biasca. Per 48 ore le squadre dei soccorritori di Italia e Svizzera l'hanno cercato in lungo e in largo per le valli di montagna al confine tra i due Paesi. Il cadavere è stato trovato sul suolo italiano, precisamente nel bacino artificiale della diga di Creva (che si trova tra Luino, comune che affaccia sul lago Maggiore, e la Svizzera) dai carabinieri di Luino, dai vigili del fuoco di Varese e dagli uomini del Soccorso alpino e speleologico lombardo. L'uomo era scomparso nella serata di sabato.
Forse un malore in acqua gli è stato fatale
Le ricerche del 63enne svizzero sono cominciate nel tratto di fiume dove aveva abbandonato i suoi vestiti prima di tuffarsi in aqua. Le cause della sua morte sono ancora sconosciute, ma potrebbe essergli stato fatale un malore mentre si stava facendo il bagno nel fiume. La salma è stata recuperata dai sommozzatori dei vigili del fuoco e messa immediatamente a disposizione dell'autorità giudiziaria, anche se presto potrebbe venire riconsegnata alla Svizzera. Le indagini sulla morte del 63enne Biasca sono coordinate dai carabinieri della compagnia di Luino. Come prima ipotesi le forze dell'ordine avevano ipotizzato anche un suicidio, ma al momento l'ipotesi del malore improvviso resta quella più plausibile per gli investigatori.