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Varese, espulso 34enne marocchino: sosteneva il Califfato

Un giovane operaio di origine marocchina è stato espulso dall’Italia. Secondo il Viminale, l’uomo, residente a Varese, aveva più volte espresso il suo sostegno all’Isis e per questo era considerato “facilmente plasmabile dai terroristi”.
A cura di Federica Gullace
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Un operaio 34enne di origine marocchina, residente a Varese, è stato espulso dall’Italia per aver ripetutamente espresso il suo sostegno alle attività del Califfato. La decisione, su indicazione del ministero degli Interni, è stata presa poiché secondo il Viminale, l'uomo avrebbe potuto essere “facilmente plagiabile dai terroristi e diventare parte attiva dell'organizzazione". Il 34enne conduceva una vita regolare, era sposato e soprattutto non aveva mai dato problemi, tanto che i suoi datori di lavoro, alla notizia dell’espulsione, si sono recati increduli negli uffici della polizia.

Insomma, la colpa del marocchino sarebbe stata la frequentazione di alcuni siti "che inneggiano alla Jihad", con tanto di esplicite dichiarazioni in “sostegno di quanto sta accadendo in Siria e in Iraq e all'avanzata dello Stato islamico". L'uomo, senza fare troppi problemi, ha quindi lasciato il paese partendo dall'aeroporto di Malpensa questo giovedì mattina. Non è il primo episodio di espulsione per motivi del genere, anzi: alcune settimane fa, un kosovaro di 22 anni, residente a Pozzaglio, nel Cremonese, era stato espulso dall’Italia dopo essersi detto più volte intenzionato a "sacrificarsi in nome del profeta" sui social network.

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