Università Statale, Tar boccia il numero chiuso nelle facoltà umanistiche: stop ai test
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso dell’Unione degli universitari (Udu) contro l’introduzione dell’accesso programmato nelle facoltà di studi umanistici dell’università degli studi di Milano. Bocciato, quindi, il cosiddetto numero chiuso per la Statale. Il ricorso dell’Udu chiedeva che venissero sospesi i test d’ingresso per i corsi di laurea in Lettere, Filosofia, Beni Culturali, Geografia e Storia. A rendere nota la decisione del Tar è stata la stessa Unione degli universitari, secondo cui la delibera adottata dagli organi accademici conteneva “vizi formali e sostanziali, mancando di fatto sia una maggioranza vera che il rispetto della normativa nazionale, prima su tutte la legge 264/99”. Una scelta che rappresentava “un danno per il diritto allo studio di migliaia di studenti che volevano scegliere liberamente il corso del loro futuro”, secondo l’Udu.
Tar boccia numero chiuso alla Statale: probabile annullamento dei test
Il Tar ha sentenziato che il ricorso presenta “sufficienti profili di fondatezza”, per cui ha deciso di sospendere “l’efficacia dei provvedimenti impugnati”. Con questa decisione si rischia di annullare di fatto la selezione tramite il test. In base a episodi simili avvenuti in passato, si dovrebbe così garantire a tutti gli studenti l’iscrizione con riserva al corso di laurea desiderato, indipendentemente dai limiti previsti dall’università. I rappresentanti dell’Udu hanno sottolineato che ora “i test dovrebbero saltare e la facoltà di studi umanistici resterebbe aperta a tutti”. Il voto del Senato Accademico sull’introduzione del numero chiuso nell’area umanistica era arrivato a maggio.
Secondo alcuni calcoli che erano stati presentati negli scorsi giorni, a causa dell’introduzione del numero chiuso, rischiavano di rimanere esclusi dall’università più di mille studenti. Nel corso di laurea di lingue, per esempio, sono iscritti ai test oltre mille studenti per un totale di 650 posti. Cifre simili anche per i corsi in beni culturali e lettere. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, ai test si erano iscritti cinquemila studenti per 3.200 posti disponibili, con il rischio che quasi 2mila studenti rimanessero fuori e non potessero iscriversi ad alcuni corsi di laurea.