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Turbativa d’asta per favorire l’azienda del figlio: indagato primario dell’ospedale di Magenta

Il primario di Chirurgia generale dell’ospedale di Magenta, Giuliano Sarro, e il figlio che lavora per una società di distribuzione di dispositivi medici sono indagati per turbativa d’asta insieme ad altre due persone. L’inchiesta della guardi di finanza coordinata dalla Procura di Milano, riguarda l’acquisto di macchinari per 300mila euro. L’Asst Ovest Milanese, di cui fa parte l’ospedale di Magenta, si è dichiarata estranea ai fatti.
A cura di Simone Gorla
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La guardia di finanza di Milano ha effettuato una serie di perquisizioni nell'ambito di un'inchiesta che vede indagati per turbativa d'asta Giuliano Sarro, primario di Chirurgia generale dell'ospedale di Magenta, in provincia di Milano, e il figlio che lavora per Applied medical distribution, società di distribuzione di dispositivi medici.

Ospedale di Magenta, indagato per turbativa d'asta il primario di Chirurgia

L'indagine è coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli e dal pubblico ministero  Giovanni Polizzi. In tutto gli iscritti nel registro degli indagati sono quattro, tra cui anche un collaboratore del primario e un manager della società coinvolta. L'Asst Ovest Milanese, di cui fa parte l'ospedale di Magenta, si è dichiarata estranea ai fatti: "Non conosciamo nel dettaglio i fatti che sono addebitati al nostro medico. L’azienda sta dando fattiva collaborazione agli inquirenti affinché si stabilisca la verità sui fatti", spiega un portavoce.

Inchiesta della guardia di finanza su acquisto di macchinari

I militari del nucleo di polizia economico finanziaria hanno raccolto elementi che portano gli inquirenti a ipotizzare che, dopo l'assunzione nel 2017 del figlio del primario nella società come responsabile del settore vendite, Applied medical distribution abbia incrementato gli ordinativi di dispositivi acquistati dalla struttura sanitaria. La turbativa d'asta di cui padre e figlio sono accusati si sarebbe realizzata nel 2019 e riguarderebbe un lotto da 300mila euro per l'acquisto da parte dell'ospedale di un "Sistema bipolare avanzato per la sintesi dei vasi utilizzato per la chirurgia del fegato della tiroide e del colon". Gli indagati avrebbero anche nascosto alcune gravi inefficienze nei macchinari acquistati.

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