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Traffico di rifiuti e discariche illegali: confiscati beni per 5 milioni a due fratelli campani

I carabinieri e la Direzione investigativa antimafia, in esecuzione di decreti emessi dal Tribunale di Varese, hanno confiscato beni per un valore di circa cinque milioni di euro a due fratelli di origini campane, residenti a Fagnano Olona, ritenuti attivi nella gestione illecita di discariche e nel traffico di rifiuti. Ad attirare l’attenzione dei militari è stato il tenore di vita dei due, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
A cura di Simone Gorla
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(immagine di repertorio)
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Beni per cinque milioni di euro sono stati confiscati a due fratelli di origini campane residenti in provincia di Varese, ritenuti attivi nella gestione illecita di discariche e nel traffico di rifiuti. I destinatari del provvedimento sono un 67enne di Torre Annunziata, attualmente latitante, e un 60enne della provincia di Salerno, entrambi residenti a Fagnano Olona.

Traffico di rifiuti nel Varesotto: confiscati beni a due fratelli campani

La Direzione investigativa antimafia e i carabinieri del comando provinciale di Varese hanno eseguito il sequestro dei beni, mobili e immobili, in esecuzione di decreti emessi dal Tribunale di Varese su proposta del direttore della Dia. Il sequestro nasce da una segnalazione dei militari del reparto operativo di Varese al centro operativo Dia di Milano, nei confronti di due fratelli, noti per essere ben inseriti nel contesto criminale della zona. Per i carabinieri i due avevano un tenore di vita sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

Nel mirino di Dia e carabinieri un 67enne di Torre Annunziata e un 60enne delle provincia di Salerno, residenti a Fagnano Olona

Le indagini patrimoniali hanno dimostrato che il patrimonio accumulato proveniva dalle  attività illegali e portato ai provvedimenti di sequestro emessi a febbraio del 2018 e a quindi alla confisca eseguita oggi, che ha riguardato beni immobili e mobili, quote aziendali, ma anche rapporti finanziari a loro direttamente o indirettamente riconducibili, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro.

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