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Tra Tommaso Cerno e il Pd Milano finisce a insulti: “Sono come i mafiosi, chiedono il pizzo”

Finisce con insulti e accuse l’esperienze del senatore Tommaso Cerno nel Partito democratico. L’ex direttore de l’Espresso, in procinto di passare a Italia Viva, nel corso di un’intervista ha avuto parole durissime per gli ex compagni di partito. “Mi hanno chiesto soldi, sono come i mafiosi, chiedono il pizzo”, ha detto Cerno, aggiungendo che la segretaria metropolitana Silvia Roggiani lo avrebbe “minacciato”. Dura la risposta del Pd milanese. “Cerno è stato paracadutato nel collegio più sicuro di Milano e si permette di calunniarci, chieda scusa ai militanti”, è la replica di Roggiani. “Spero venga querelato”, si augura l’ex segretario cittadino Pietro Bussolati.
A cura di Simone Gorla
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"Da quando ho parlato male della Tav mi hanno chiesto soldi, sono come i mafiosi, chiedono il pizzo". È un attacco senza precedenti quello che il senatore del Pd Tommaso Cerno, in procinto di passare a Italia Viva, riserva agli ex compagni di partito. L'ex direttore de l'Espresso, candidato nel collegio più sicuro, nel centro di Milano, ora che sta per passare con Matteo Renzi ha riservato parole durissime ai dem nel corso di un'intervista alla trasmissione Un Giorno da Pecora. Al centro della polemica c'è lo scontro dei mesi scorsi, con il Pd milanese che aveva sollecitato Cerno a versare i contributi mensili dovuti secondo lo statuto. "Se uno parla ed esprime un pensiero, un’opinione personale che io manifesto, mi chiedono soldi perché non rispetto la linea del Pd e vado a favore dei M5S sulla Tav”, ha detto Cerno, che poi ha attaccato direttamente la segretaria metropolitana, Silvia Roggiani. "Mi ha minacciato anche la segretaria di Milano, siccome io ho detto che facevamo il governo con i 5Stelle, dopo avermi chiesto il chiesto il pizzo di 18 mila euro, mi ha detto buona fortuna”.

La replica dem: Paracadutato nel collegio più sicuro

"È davvero grave che il senatore Cerno, paracadutato nel collegio più sicuro di Milano – e dunque eletto grazie agli sforzi organizzativi e anche economici del Pd che lo ha sostenuto – si permetta ora di calunniarci, usando le parole legate al mondo mafioso, come pizzo e ricatto. Lo sa il senatore Cerno quante persone sono morte per mano della mafia? Come parlamentare della Repubblica, conosce il peso della parola che usa? Credo che simili affermazioni qualifichino il senatore per quello che è: una persona che ha dimostrato scarsa cultura politica e soprattutto totale mancanza di rispetto nei confronti degli stessi militanti che gli hanno consentito di sedersi in Parlamento", è la replica di Silvia Roggiani. "Una comunità, quella del Pd Milano Metropolitana, che si autofinanzia con il tempo e la generosità dei propri iscritti e dei propri eletti – ha aggiunto -. Eletti, che per quanto ci riguarda, sono i primi militanti del Pd, come dimostrano le esperienze degli altri parlamentari di Milano".

Roggiani: Cerno chieda scusa ai militanti

"Per quanto riguarda le parole usate nei miei riguardi, ci tengo a dirgli che il fatto di lavorare dall'età di 19 anni non è per me motivo di imbarazzo, ma anzi di orgoglio", ha proseguito Roggiani.  "Tommaso Cerno chieda scusa, non a me, ma non a tutta la comunità del Pd Milano Metropolitana che, anche grazie a tutti i contributi degli eletti, in questi anni è scesa in piazza, ha volantinato nelle strade e si impegna ogni giorno per la collettività".

Bussolati: Spero che verrà querelato

Anche l'ex segretario metropolitano, Pietro Bussolati, oggi consigliere regionale dem, ha condannato le parole di Cerno. "Non ha alcun diritto di rivolgersi verso il Pd milanese e la sua segretaria Silvia Roggiani con parole infamanti e inaccettabili, per cui spero verrà querelato. Sarebbe bene che i suoi "nuovi" colleghi di partito milanesi prendano le distanze dalle sue affermazioni che negano i risultati che – insieme – abbiamo raggiunto nella nostra città".

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